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L’analisi-inchiesta

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Luciano Vasapollo
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Docente di Economia Aziendale, Fac. di Scienze Statistiche, Università’ “La Sapienza”, Roma; Direttore Responsabile Scientifico del Centro Studi Trasformazioni Economico-Sociali (CESTES) - Proteo.

Rita Martufi
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Consulente ricercatrice socio-economica; membro del Comitato Scientifico del Centro Studi Trasformazioni Economico Sociali (CESTES) - PROTEO

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Analisi-inchiesta: lavoro che cambia, lavoro che non c’è. Lavoro precario o lavoro vero?
Rita Martufi, Luciano Vasapollo

 

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Analisi-inchiesta: lavoro che cambia, lavoro che non c’è. Lavoro precario o lavoro vero?

Luciano Vasapollo

Rita Martufi

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Negli anni tra il 1997 ed il 2000 fronte di una crescita dell’occupazione del 4,3% complessiva si è avuto un aumento dell’occupazione standard dell’1%. Il 2002 indica un modesto aumento dell’occupazione complessiva (1,5%) con una crescita dell’ occupazione standard dell’1,7% e un aumento dell’occupazione temporanea del +3,2%. Questa tendenza è confermata per il 2003 dall’ultima rilevazione Istat sulle forze di lavoro riferita al gennaio 2003.

Il lavoro indipendente, invece tra il 2000 ed il 2001 è aumentato solo dello 0,8% e nel 2002 è diminuito dello 0,3%.

I lavoratori autonomi qualificati come collaboratori coordinati e continuativi (Co.Co.Co), continuano a crescere arrivando ormai a quasi 2.400.000 [1].


[1] Cfr., G.Altieri, C.Oteri, “Terzo Rapporto sul lavoro atipico in Italia. Verso la stabilizzazione del precariato?”, IRES-CGIL, Aprile 2003. “Il rapporto di collaborazione coordinata e continuativa era già presente nel sistema giuridico italiano e fu evidenziato agli effetti fiscali già nel 1986. Nel 1993 il governo aveva fatto un primo tentativo di estendere la previdenza obbligatoria ai lavoratori parasubordinati facendoli confluire nell’Inps e assoggettandoli a una aliquota contributiva del 27%, ma fu costretto a tornare sui suoi passi.Dopo due anni la legge di riforma del sistema pensionistico (la 335 del 1995) istituì un fondo previdenziale speciale riservato ai parasubordinati, alimentato da un prelievo contributivo con un’aliquota del 10% Suddivisa tra lavoratore e committente. La situazione è stata successivamente modificata dalla legge 449 del 1997, che ha provveduto a elevare il prelievo contributivo al 13% per portarlo successivamente al 19% entro l’anno 2018. Sempre nel 1997 per i parasubordinati e i consulenti privi di altra copertura previdenziale obbligatoria è stata poi aggiunta un’ulteriore aliquota contributiva dello 0,5% destinata al finanziamento di una indennità di maternità. Nel 2000 una circolare INAIL ha obbligato alcune categorie di parasubordinati a versare un’aliquota contributiva a copertura di infortuni e malattie. Il collegato alla finanziaria del 2000 prevedeva l’assimilazione dei redditi di collaborazione dei collaboratori coordinati e continuativi a quelli dei lavoratori dipendenti e ciò sostanzialmente obbligava i datori di lavoro a compilare una busta paga. Dava inoltre, la possibilità di estendere il lavoro di collaborazione coordinata e continuativa anche a mansioni non professionali o artistiche. Di conseguenza anche attività puramente manuali o, comunque, non caratterizzate da particolari professionalità possono ora essere svolte in via di collaborazione. Da quest’anno (cfr. Circolare Inps 21 del 30 gennaio 2003) il contributo alla gestione separata si articola nelle seguenti aliquote: 10%, per i soggetti già iscritti a una gestione previdenziale obbligatoria e per i titolari di pensioni ai superstiti; 12,5% per i soggetti titolari di pensione diretta (vecchiaia e anzianità); 14% per i soggetti privi di altra copertura previdenziale obbligatoria e non pensionati”.