Proposta di legge di iniziativa popolare per il reddito sociale minimo
Documento conclusivo della riunione del 28 giugno per la costituzione del Comitato Promotore Nazionale
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Proposta di legge di iniziativa popolare per il reddito
sociale minimo
Documento conclusivo della riunione del 28 giugno per la
costituzione del Comitato Promotore Nazionale.
Domenica 28 giugno presso i locali di Via Giolitti n. 231 si
è svolta una riunione tra varie associazioni, gruppi e strutture che in diverse
località del nostro paese si occupano del problema della disoccupazione e
precarizzazione.
La riunione, dopo un intenso dibattito, si è conclusa con l’atto
di costituzione del Comitato Promotore Nazionale per il Reddito Sociale Minimo
ai disoccupati ed ai precari.
E’ stato questo atto il punto di arrivo di un percorso di
discussione, elaborazione e iniziativa che incentra, attorno all’ipotesi di
reddito o salario ai disoccupati, una prospettiva di lotta contro la piaga della
inoccupazione, precarietà, lavoro nero diffuso e quant’altro.Tale proposta
sul reddito si pone in alternativa alle varie altre ipotesi che si basano su un
carattere assistenzialistico (ossia che gravano sui contributi erogati dagli
enti pubblici) e/o pietistico (come si intende con la proposta governativa di un
minimo vitale per i disoccupati poveri).
La proposta sul Reddito Sociale Minimo già nelle settimane e
mesi passati è stata fatta oggetto di dibattiti pubblici in molteplici ambiti
politici, sociali e istituzionai ed ha suscitato un vivo e forte interesse tra
tutti coloro che in qualche modo avevano avuto occasione di misurarsi con tale
proposta.
I termini del dibattito della riunione del 28 giugno hanno
riconfermato i contenuti, le aspettative e la partecipazione che erano
chiaramente emerse in questa lunga fase di confronto sul reddito ai disoccupati.
In particolare è stato ribadito e sottolineato che l’unica seria e vera
prospettiva di lotta contro la disoccupazione risiede nella erogazione di un
reddito ai disoccupati, essendo altamente improbabile una via d’uscita dalla
piaga della disoccupazione attraverso una tradizionale crescita dei livelli
occupazionali.Tale reddito dovrà consistere in una parte monetizzata che sarà
concessa direttamente ai disoccupati e a tutti coloro che percepiscono bassi
salari (lavoratori precari, part time etc.), ed in una parte concessa
indirettamente attraverso una concessione della gratuità delle tariffe e
servizi sociali (sanità, trasporti, casa, cultura etc.).
Risulta evidente e chiaro a tutti che le cause odierne della
disoccupazione risiedono in una generalizzata introduzione di nuova e più
avanzata tecnologia nei processi produttivi, e nella ormai diffusa tendenza nel
delocalizzare la produzione in paesi terzi, dove la manodopera ha un più basso
costo.
Anche la proposta di riduzione dell’orario di lavoro a 35
ore per le modalità e i tempi di attuazione che vengono prospettati non
garantisce affatto una prospettiva di aumento occupazionale.
In considerazione di tutto ciò si è costituito il comitato
promotore che sarà composto dalle strutture firmatarie di questo documento e al
quale potranno comunque affiancarsi tutte le strutture che vorranno aderire e in
qualche modo partecipare alla campagna per il Reddito Sociale Minimo.
Compito essenziale del comitato promotore è quello di
avviare, promuovere e coordinare la campagna di raccolta delle firme necessarie
per la presentazione della legge in parlamento.
Il comitato promotore avrà inoltre il compito di sviluppare
le opportune iniziative e contatti con tutti gli interlocutori politici,
istituzionali e sociali che vorranno stabilire dei rapporti di collaborazione e
di sostegno alla campagna per l’approvazione di una legge di iniziativa
popolare per il Reddito Sociale Minimo.
Settembre 1998. Apportate modifiche alla proposta di legge.
Avviata la campagna nazionale per la raccolta delle 50.000 firme.
Il COMITATO PROMOTORE PER IL REDDITO SOCIALE MINIMO composto
da più strutture, associazioni e organismi, impegnati in vario modo, sul
terreno nazionale, a sostegno di una politica a difesa dei disoccupati, dei
lavoratori precari e delle categorie sociali non garantite, ha presentato presso
la Corte di Cassazione, in data 28/09/98 un nuovo testo di legge di iniziativa
popolare per la concessione di un Reddito Sociale Minimo ai disoccupati. Tale
nuovo testo è stato riformulato e ripresentato a seguito di alcune richieste di
modifiche al testo iniziale (già presentato nel mese di febbraio) che
erano scaturite nei vari dibattiti e discussioni intercorse nelle settimane
successive alla presentazione del primo testo di legge.
Le modifiche presentate riguardano i capitoli di legge
concernenti i requisiti degli aventi diritto al reddito sociale (art.1); quelli
concernenti la decadenza eventuale del reddito (art.7), e quelli relativi alla
tassazione di capitali finalizzata al reperimento delle risorse per la copertura
finanziaria del Reddito Sociale Minimo(art.9).
Il Comitato promotore ha inoltre deciso di avviare - a
partire dai primi giorni di ottobre - la campagna di raccolta delle necessarie
50.000 (cinquantamila) firme da presentare al Parlamento entro i 6 mesi
successivi al deposito in Cassazione della proposta di legge.
Il Comitato promotore ribadisce i suoi fermi propositi di
arrivare quanto prima alla approvazione di una legge che istituisca nel nostro
paese un diritto al reddito per i disoccupati e per i lavoratori che non hanno
tutela e garanzie di nessun genere.
Il Reddito Sociale Minimo dovrà essere erogato in parte
attraverso una concessione in moneta (è stata indicata la cifra di un milione
di lire al mese) di una parte del reddito, ed un’altra parte sarà erogata in
forma indiretta attraverso riduzioni e agevolazioni con varie tariffe sociali
per i servizi primari.
Il Comitato Promotore per il reddito sociale minimo avvierà
una fase di informazione e comunicazione tesa a divulgare la proposta di legge,
e promuoverà inoltre delle iniziative di autofinanziamento attraverso
sottoscrizioni e attraverso la promozione di concerti musicali e varie altre
attività culturali.
Il Comitato promotore avrà il compito di coordinare e
sviluppare contatti, relazioni e comunicazioni con tutti gli interlocutori
politici, istituzionali e sociali che vorranno stabilire dei rapporti di
collaborazione e di sostegno alla campagna di raccolta delle firme.