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Luciano Vasapollo
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Docente di Economia Aziendale, Fac. di Scienze Statistiche, Università’ “La Sapienza”, Roma; Direttore Responsabile Scientifico del Centro Studi Trasformazioni Economico-Sociali (CESTES) - Proteo.

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Proposte di dibattito sui processi di trasformazione dell’economia e della società
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Proposte di dibattito sui processi di trasformazione dell’economia e della società

Luciano Vasapollo

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9. Porre le basi per la costruzione di un modello di sviluppo solidale fuorimercato socio-ecocompatibile

Per iniziare a realizzare quanto su esposto è necessario studiare, proporre le modalità di un diverso sviluppo economico, al fine di migliorare la produzione, accrescendo quella non necessariamente mercantile, utilizzando le tecnologie più avanzate nel rispetto delle norme ambientali e del controllo dell’inquinamento, riconsiderando la quantità e la qualità del tempo liberato e le modalità di un lavoro a valenza sociale complessiva.

Tali finalità mettono da subito in discussione l’ipotesi neoliberista incentrata sulla competitività d’impresa, sul ruolo di un nuovo Profit State, sulle “insuperabili” leggi di mercato, e impongono che la progettualità strategica sia mediata attraverso tappe di opportunità tattica immediatamente praticabili. Si può, conseguentemente, aprire già da oggi una intensa campagna di sensibilizzazione sulla socio-eco-compatibilità produttiva che investa i produttori, i consumatori e lo Stato, uno Stato non solo garante ma con un ruolo di forte e attivo interventismo volto alla realizzazione di leggi occupazionali e di controllo e indirizzo dell’attività economica, facendo concorrere anche adeguati strumenti fiscali in grado di forzare le aziende ad intraprendere politiche occupazionali ed innovative, a forte connotato di compatibilità sociale ed ecologica.

In questa fase del dibattito politico-economico bisogna uscire da una logica difensiva, riporre come centrale il problema dell’antagonismo sociale e ripartire all’attacco anche con obiettivi intermedi di fase, ma ben definiti e caratterizzati. Le politiche monetariste del Profit State, le logiche consociative neo-liberiste che puntano all’abbattimento dello Stato sociale si possono controbattere interpretando in chiave di progresso il legame fra evasione fiscale e disoccupazione, perseguendo quindi non solo l’evasione e l’elusione fiscale ma colpendo le rendite finanziarie, economiche e di posizione.

La società del terziario avanzato crea nuovi bisogni, ma con l’attuale modello di sviluppo crea nel contempo nuove esclusioni; diventa allora strategico porre al centro del dibattito una progettualità complessiva per un modello di sviluppo solidale fuorimercato socio-ecocompatibile in cui strategiche siano le compatibilità ambientali, la qualità della vita, il soddisfacimento dei nuovi bisogni, la centralità del lavoro e la valorizzazione del tempo liberato, la redistribuzione del reddito, del valore e la socializzazione della ricchezza complessivamente prodotta.

Riverticalizzare il conflitto sociale significa porsi immediatamente il problema della socializzazione dell’accumulazione, quindi il problema della ridefinizione dei meccanismi del potere economico-sociale.

Bisogna imporre un passaggio definitivo dal Profit State del consociativismo neo-liberista ad una riqualificazione non solo dello Stato sociale della cittadinanza, ma ad un nuovo Welfare State capace di redistribuire e socializzare la ricchezza complessiva.

Un nuovo modello di crescita economica, un forte progetto di rinnovamento che riaccenda le speranze sopite con una seria e corretta politica sociale non più basata sull’assistenzialismo e le spese improduttive, ma un percorso verso un progetto di una reale democrazia economica dell’antagonismo sociale e del lavoro. Al centro dell’iniziativa politica e sociale devono ritornare le associazioni di base, i comitati di quartiere, le forme organizzate del dissenso nel territorio, le organizzazioni dei lavoratori che non hanno scelto il consociativismo, ma che anzi pongano come immediato il problema del potere attraverso la distribuzione sociale del valore e della ricchezza complessivamente prodotta, riassumendo nel contempo i nuovi soggetti della trasformazione sociale, le nuove povertà, le fasce deboli della popolazione, come definizione di una ricca risorsa dell’antagonismo sociale.

 

 

Note

1 Docente di Economia Aziendale, Fac. di Scienze Statistiche, Università’ “La Sapienza”, Roma; Direttore Responsabile Scientifico del Centro Studi Trasformazioni Economico-Sociali (CESTES) - Proteo.

2 Si vedano in proposito: Vasapollo L., “Uno Stato sociale per i nuovi bisogni della società terziarizzata del post capitalismo”, in “Il loro Welfare State”, Materiali, Commenti, Proposte, a cura delle Rappresentanze Sindacali di Base, Luglio, 1997; Martufi R., “Commissione Onofri: dallo Stato sociale allo Stato-impresa”, in “Il loro Welfare State”, Materiali, Commenti, Proposte, a cura delle Rappresentanze Sindacali di Base, Luglio, 1997; Martufi R., Vasapollo L., “Sviluppo capitalistico e modelli d’impresa”, in “Altra Europa” anno 3, n.8, 1997; Vasapollo L., “Dal Welfare State della cittadinanza al Profit State del consociativismo neo-liberista”; Intervento per il convegno nazionale del Partito della Rifondazione Comunista “Lo Stato sociale si riforma non si abbatte”, Roma, 7/8 giugno 1997.