Treviso 27-28 gennaio 2001
Intervento per la conferenza delle lavoratrici e dei lavoratori del prc "contro la flessibilità e la precarietà. riprendiamoci tempo e salario"
Il Centro Studi Trasformazioni Economico-Sociali (CESTES) e la rivista PROTEO (rivista a carattere scientifico di analisi delle dinamiche economico-produttive e di politiche del lavoro a cura del CESTES e delle Rappresentanze Sindacali di Base RdB) stanno lavorando da oltre tre anni ad una complessa Analisi-Inchiesta riguardante la polarizzazione geoeconomica e geopolitica internazionale ed al ruolo dell’Italia, con riferimento alle nuove caratteristiche e mutamenti produttivi, ai passaggi e alle trasformazioni del modo di produzione e dell’organizzazione del lavoro e quindi alla nuova composizione di classe evidenziando la diversificazione dei meccanismi e dei mutamenti dell’accumulazione capitalistica in riferimento ad un modo di produzione capitalistico che rimane sempre lo stesso, fino ad arrivare alle dinamiche riguardanti l’andamento della produttività, le sue forme redistributive (profitti, rendite, salario diretto, differito e indiretto attraverso lo Stato sociale), che configurano la nuova situazione del conflitto capitale-lavoro.
Si tratta di riprendere la pratica dell’inchiesta di classe nella cosiddetta era post-fordista dell’accumulazione flessibile, lavorando con lo spitrito che ad esempio ebbe il gruppo dei "Quaderni Rossi" quando iniziò a sviluppare l’inchiesta operaia nella Torino degli anni ’60, capitale italiana del modello di produzione fordista, cercando di cogliere le contraddizioni del conflitto capitale-lavoro presenti sia in fabbrica sia nel sociale. Tutto ciò significa mettere sul campo il metodo dell’inchiesta di classe, un’inchiesta di massa e militante, come modello formativo e come modo di fare politica sviluppando conflitto di classe. Infatti per comprendere e produrre dinamiche di conflitto sociale bisogna leggere in chiave marxista le tendenze di fondo della società capitalistica a partire dal modo di produzione capitalistico che ha sempre le stesse caratteristiche e che però si accompagna ad una continua evoluzione e diversificazione dei modelli di produzione (in termini semplificati passaggio dal fordismo al post-fordismo), dei paradigmi dell’accumulazione (in termini generali dall’accumulazione rigida alla cosiddetta accumulazione flessibile) e di conseguenza a cambiamenti nell’organizzazione del lavoro e nell’organizzazione del vivere sociale complessivo. È solo così che si può dare una corretta interpretazione dello sviluppo delle forze produttive, dei mutamenti dei rapporti di forza capitale-lavoro e delle continue evoluzioni nella composizione di classe relativamente ad un dato livello di sviluppo.
È partendo dalle considerazioni di cui si è detto sinteticamente in precedenza che CESTES e la rivista PROTEO sviluppano ormai da tempo una Analisi-Inchiesta di tipo politico-economico, di ricerca statistico-economica e di indagine diretta sul campo relativamente alle trasformazioni avvenute a partire dagli anni ’70 che riguardano le principali tendenze del capitalismo in Italia confrontate con le realtà dei tre poli USA, UE e Giappone.
Nei numeri della rivista PROTEO dal 1997 al 2000 si sono in tal senso realizzati momenti dell’Analisi-Inchiesta riguardanti dapprima i mutamenti strutturali e localizzativi dello sviluppo del sistema socio-economico italiano, poi i modelli di capitalismo e i processi di privatizzazione (in particolare in Italia e in Europa), ed infine le tendenze macroeconomiche del processo di ristrutturazione capitalistica, sia riguardo al fattore lavoro sia al fattore capitale, con attenzione ai processi di internazionalizzazione produttiva e al ruolo delle multinazionali e ai nuovi assetti dei poteri geoeconomici mondiali.
Le parti dell’Analisi-Inchiesta sulla rivista PROTEO, corrette, ampliate ed aggiornate riguardanti le tendenze macroeconomiche nazionali ed internazionali del processo di ristrutturazione capitalistica sono state raccolte nel libro di R. Martufi e L. Vasapollo "EuroBang. La sfida del polo europeo nella competizione globale. Inchiesta su lavoro e capitale" (Ed. Media Print, 2000) nel quale si sono evidenziati i fenomeni connessi alla cosiddetta globalizzazione, ponendo l’accento sui cambiamenti nelle forme e nelle estensioni dell’economia capitalistica internazionale e come ciò ha inciso sul mondo del lavoro. Sinteticamente quello che emerge dalla lettura dei dati e delle analisi contenute in EuroBang è che la globalizzazione in effetti, è una competizione globale sempre più forte, non tanto e non solo fra imprese nel mercato mondiale ma soprattutto una competizione accesa tra aree economiche, tra i blocchi economici UE, USA e Giappone. Tale conflitto interimperialista necessariamente ha portato e sta portando pesanti ricadute sulle spalle delle popolazioni del Sud del mondo e su quella dei lavoratori dei paesi a capitalismo avanzato in termini di tagli all’occupazione, disoccupazione ormai a carattere strutturale, ricorso sempre più frequente a lavori intermittenti, a tempo determinato, atipici, precari ecc., a continui tagli e attacchi al salario, in termini di capacità reale di acquisto, di incrementi nelle ore di lavoro e nei ritmi di lavoro e di abbattimento e restringimento continuo dello stato sociale. Il libro EuroBang evidenzia che in effetti in questi ultimi 25 anni, anche se con modalità diverse, la gestione della crisi fordista è avvenuta prevalentemente aumentando la produttività e non redistribuendo in alcun modo al fattore lavoro in alcun modo tali incrementi.
Ma EuroBang ha rappresentato solo la prima parte dell’Analisi-Inchiesta di CESTES-PROTEO; stiamo chiudendo i lavori, entro aprile-maggio verrà pubblicata, di una seconda parte di tale Analisi-Inchiesta che riguarda più direttamente l’interpretazione della situazione italiana, le tendenze quindi del capitalismo in Italia, i processi di internazionalizzazione del cosiddetto "made in Italy", quindi il ruolo dell’Italia multinazionale, le modifiche della forma-Stato (federalismo, privatizzazioni, ecc.), il passaggio dallo Stato sociale al Profit State, le questioni riguardanti l’assetto socio-economico delle aree metropolitane e del Meridione e le conseguenze che tutto ciò ha prodotto, nella e sulla nuova composizione di classe.
La terza parte dell’Analisi-Inchiesta su cui stiamo lavorando da tempo e i cui risultati definitivi con specifiche e significative rielaborazioni statistiche saranno pubblicati dopo l’estate, riguarda i processi di scomposizione e ricomposizione del mondo del lavoro analizzati attraverso una vera e propria inchiesta di massa sul campo, con la diffusione di circa 3000 questionari (ogni questionario è articolato in oltre 80 domande) in tutto il territorio nazionale e direttamente sui posti di lavoro, partendo dalle aziende produttive e i servizi a rete fino ad arrivare al pubblico impiego, al terzo settore e ai parasubordinati.
Con questa ultima parte dell’Analisi-Inchiesta direttamente "sul campo" CESTES e le RdB vogliono mettere a fuoco la soggettività dei lavoratori italiani per capire come i grandi processi di ristrutturazione si riflettano sulla loro coscienza; cioè una vera e propria inchiesta di classe per capire effettivamente quali sono e tendenzialmente quali saranno gli elementi unificanti di una composizione di classe ormai così frammentata, gli atteggiamenti dei lavoratori di fronte alle trasformazioni dell’organizzazione del lavoro, del modello di produzione, della forma Stato, la loro disponibilità dei lavoratori al conflitto, quanto ancora è in loro presente l’esigenza di rappresentanza sindacale e politica come strumento collettivo di soluzione e trasformazione della propria condizione lavorativa, sociale e soggettiva.
Già Engels per capire le condizioni della classe operaia e il futuro dello sviluppo del capitalismo avviò l’inchiesta di classe nei centri industriali inglesi; Marx dopo un approfondito studio dei "libri azzurri del Parlamento britannico" elaborò un questionario molto articolato; Mao, contrapponendosi alla "mentalità libresca" di molti intellettuali marxisti, lanciò il metodo dell’inchiesta come elemento formativo e strategico dei militanti rivoluzionari ("Chi non fa inchiesta non ha diritto di parola").
Questo è il nostro "modo di fare analisi scientifica", il nostro "modo di fare politica", un modo di sperimentare sul campo, con i lavoratori, "con le masse e per le masse", in una esperienza collettiva di formazione ed autoformazione politico-sindacale.