La dimensione umana nella gestione della qualità per le mansioni di attenzione alle piantagioni di canna da zucchero: un modello nella provincia di Pinar del Rio (Cuba)

Antonio Abadía Tejeda

José Rivera Ortíz

Mayra Carmona González

Mercedes Cruz López

Premessa

 

Da alcuni mesi stiamo lavorando alla costruzione e alla verifica di un Modello di Gestione della Qualità nelle piantagioni di canna da zucchero delle Unità Produttrici della provincia di Pinar del Río.

Nei 20 mesi e più di questa esperienza si sono ottenuti risultati positivi, descritti dal presente articolo.

Il punto fondamentale consiste nella convinzione che il modello deve nascere nei collettivi, dall’esigenza di fare i raccolti nel modo corretto. Ovvero, applicare l’esperienza e la conoscenza di quasi cinque secoli di produzione della canna da zucchero: organizzare il potenziale umano e tecnico-scientifico a disposizione; definire la tecnologia di produzione adeguata; fornire le competenze necessarie a tutti gli attori che intervengono nella produzione; gestire e controllare quotidianamente la loro attività; discutere sistematicamente i risultati raggiunti e, di fronte alle anomalie riscontrate di volta in volta, adottare le eventuali misure correttive idonee.

Per il conseguimento degli obiettivi proposti, è stato centrale il ruolo dei lavoratori, dei contadini, dei tecnici, dei professionisti e dei dirigenti.

 

1. Introduzione

Nell’ormai storico V Congresso del Partito Comunista di Cuba, svoltosi nell’ottobre del 1997, è stata oggetto di analisi, discussione e approvazione la Risoluzione Economica, che nel comma III, “Prospettive dell’Economia Cubana”, stabilisce:

“È indispensabile un notevole sforzo nella semina della canna da zucchero e un approccio tecnologico, che garantisca la qualità dei lavori agrotecnici e di taglio nelle piantagioni con molti addetti e elevati rendimenti” [1].

In questo lasso di tempo, abbiamo lavorato per stabilire le azioni necessarie per assicurare l’adempimento di queste direttive del Partito.

“A proposito di questo tema, il Ministro dello Zucchero ha dichiarato, il 26 gennaio del 2002, in occasione del Consiglio di Direzione Ampliato del MINAZ: Il problema fondamentale oggi, a mio parere, non riguarda la quantità, ma la qualità di ciò che stiamo facendo. Con riferimento alla semina si riscontrano alte perdite dovute alla mancanza di qualità. La qualità garantisce crescite più sostenute” [2].

Nei nostri studi, analisi e valutazioni siamo giunti alla conclusione che non si tratta soltanto di fare un maggior numero di raccolti nelle piantagioni di canna - cosa limitata dalla mancanza di risorse - ma di fare bene tutto ciò che già facciamo, ovvero di innalzare la qualità di ciò che realizziamo.

Coscienti di questo problema, abbiamo deciso di costruire, impiantare e verificare un Modello di Gestione della Qualità nelle piantagioni di canna da zucchero all’interno di quatttro unità produttrici di canna (UPC), selezionate tra le appartenenti al Complesso Agroindustriale 30 de Noviembre (oggi, Impresa Zucchiera omonima), l’applicazione di questo Modello ora si sta generalizzando in tutta la provincia, e la direzione del Ministero ne ha incaricato l’estensione all’Istituto Nazionale di Ricerche della Canna da Zucchero (INICA) [i].

Per lo svolgimento dell’esperienza e per i risultati che oggi si possono apprezzare, è stata fondamentale la partecipazione dei collettivi dei lavoratori, tecnici, professionisti e dirigenti. Ovvero, quello che è stato determinante è il fattore umano, che ci permette di affermare che il Modello di Gestione della Qualità è caratterizzato da un’elevata dimensione umana.

 

2. Sviluppo

Il Modello di Gestione della Qualità nelle UPC selezionate è stato costruito all’interno di un processo interattivo nel quale è stata raggiunta un’ampia partecipazione dei lavoratori, dei contadini, tecnici, professionisti e dirigenti, a cui si sono aggiunti quelli dell’impresa e della provincia.

Le principali attività sviluppate sono state: la definizione delle tecnologie di produzione da applicare in ogni unità, a seconda delle diverse caratteristiche edafico-climatiche, dell’esperienza di lavoro, della dotazione di macchinari; l’elaborazione di manuali di procedimento, che stabiliscono come fare i raccolti e il programma di controllo, che definisce come si gestisce e controlla la qualità; costituzione di Circoli di Qualità; riorganizzazione e, se necessario, creazione di Consigli Tecnici Consulenti; elaborazione di registri di frequenza di corsi e di controllo della valutazione dei lavori realizzati e formazione di tutti gli attori.

3. Premesse e concetti del lavoro svolto

Tutte le attività sopra elencate sono contenute nelle Premesse, che graficamente sono esposte nel modo seguente:

Fin dall’inizio dell’esperienza del Modello di Gestione della Qualità, sapevamo di avere a disposizione nelle Unità Produttrici di Canna (UPC) scelte, una quantità limitata di risorse materiali, che non avrebbe consentito di ampliare il lavoro svolto nelle piantagioni e pertanto abbiamo dovuto concentrare gli sforzi al fine di ottenere un aumento sostenibile della qualità delle attività svolte, il che passava attraverso un cambiamento di comportamento e di mentalità nei nostri lavoratori, contadini, tecnici, professionisti e dirigenti, dal momento che le risorse umane “sono il capitale più importante di ogni organizzazione e le risorse competitive più importanti”.

Abbiamo concentrato le aspettative sul fattore umano e sul suo agire cosciente e orientato in direzione del conseguimento di un determinato obiettivo; per questo, nelle Premesse del Modello di Gestione della Qualità (MGC) [i], vi facciamo frequente riferimento.

Vediamo:

Prima Premessa: Ottenere maggiore participazione dei lavoratori, contadini e dirigenti delle UPC...

Questa Premessa deve compiersi in ogni UPC selezionata, dal momento che essa garantische il sostegno al processo di impiantazione e conferma del Modello oltre alla sistematicitàdel suo sviluppo, questa premessa presuppone:

• che i lavoratori, i contadini, i tecnici, i professionisti e i dirigenti partecipino all’intero processo, dall’inizio, e sentano che la sua messa in atto è altamente apprezzata e determinante;

• realizzare un ampio processo di diffusione riguardante i compiti da eseguire e i risultati parziali che si raggiungono mano a mano, grazie al loro compimento;

• informare mensilmente, nelle assemblee generali o dei rappresentanti dei lavoratori e contadini, in merito all’avanzamento del lavoro e sottoporre a dibattito i risultati, sottolineando quali siano i problemi maggiori e quali azioni correttive devono essere messe in atto;

• scegliere i lavoratori per integrare i Circoli di Qualità che si costituiranno in ogni settore, area di responsabilità o Brigate Integrali di Produzione di Canna (BIPC);

• organizzare la forza lavoro in Brigate di Produzione della Canna;

• sottoporre all’approvazione dell’Assemblea Generale o dei Rappresentanti, il Modello di Gestione e la data in cui sarà messo in pratica.

Anche nella Seconda Premessa si stabilisce di assicurare un processo di formazione continua e crescente di tutti i lavoratori, tecnici, specialisti e quadri delle varie unità.

La Sesta Premessa indica che verrà stabilito un sistema di incoraggiamento dei lavoratori, delle BIPC, dei settori responsabili e delle UPC che emergano nella gestione del Modello e stiano ottenendo i risultati migliori.

La Settima Premessa stabilisce inoltre che, trimestralmente, a livello di UPC, verrà portato avanti uno scambio di esperienze riguardanti l’avanzamento del processo di consolidamento del Modello.

Il Modello è dunque basato sullo sviluppo di un insieme di azioni di lavoratori, contadini, tecnici, specialisti e dirigenti, diretto a perfezionare il loro modo di fare le cose, nell’interesse dei singoli lavoratori, della collettività e della società, sapendo che: “le maggiori possibilità di riuscita sono basate sullo straordinario capitale umano che si è creato in questi anni dalla Rivoluzione, poiché, come direbbe Fidel: “Il Paese vivrà sempre più del frutto dell’intelligenza sviluppata e sostenuta dalla Rivoluzione” [3].

Secondo le nostre stime, una delle cause principali della diminuzione della produzione di canna da zucchero del Paese è il scarso senso di appartenenza dei membri delle unità produttrici di canna. Cercando di innalzare il senso di appartenenza come elemento che rivoluziona la produzione agropecuaria, il 10 settembre 1993 l’Ufficio Politico del Comitato Centrale del Partito ha adottato importanti accordi, diretti a trasformare l’agricoltura della canna da zucchero e non, costituendo a partire da quel momento le Unità di Base di Produzione Cooperativa (UBPC). Ovvero, si decide di rafforzare il cooperativismo, poiché esso è considerato “una reale via di sviluppo per l’America Latina” [4].

Per comprendere questa decisione è importante sapere che “una cooperativa è un’associazione autonoma di persone che si sono unite volontariamente per fare fronte alle proprie necessità e aspirazioni economiche, sociali, culturali comuni, per mezzo di un’impresa con proprietari congiunti e democraticamente controllata” [5].

Nel concepire il Modello di Gestione della Qualità, abbiamo considerato la necessità di agire per trasformare qualitativamente la Cultura Organizzativa delle nostre UPC, sapendo che questa è definita come: “un insieme di presupposti -inventati, scoperti o sviluppati da un gruppo, mano a mano che impara a affrontare problemi di adattamento esterno e di integrazione interna- che hanno funzionato sufficientemente bene da essere ritenuti validi, e quindi per essere mostrati ai nuovi membri, come il modo di percepire, pensare e sentire questi problemi” [6].

Alla cultura organizzativa viene data un’importanza significativa, poiché è dalla costruzione di solide convinzioni -in merito a ciò che siamo e vogliamo essere, a quanto siano giusti e elevati i valori che si difendono, alle regole chiare e precise di vita e comportamento, all’attegiamento di difesa delle nostre realtà e dei nostri sogni e della condotta assunta da ognuno di noi- che dipendono i risultati che si otterranno.

Tutti questi elementi ci hanno portato al rafforzamento del criterio della straordinaria dimensione umana del Modello di Gestione della Qualità (MGC).

4. L’organizzazione della forza lavoro in Brigadas Integrales di Produzione di Canna da zucchero.

Il Decreto 05/2002 del Ministro dello Zucchero ha stabilito l’organizzazione della forza lavoro in Brigate Integrali di Produzione della Canna (BIPC) e fin dai primi momenti della sua promulgazione stiamo lavorando per mettere in pratica questi orientamenti.

Con il proseguire dell’esperienza del MGC, ci siamo resi conto che l’organizzazione della forza lavoro in BIPC era una condizione indispensabile per la riuscita del modello stesso, come confermato dai seguenti risultati:

• La produttività della pulitura della canna è aumentata 2,5 volte.

• L’entrata media è cresciuta del 27,2%.

• Il rendimento della giornata lavorativa si è incrementato del 25%.

• È stato umanizzato il lavoro.

• Esistono maggiore disciplina e organizzazione e le BIPC possiedono le risorse necessarie per realizzare i differenti compiti.

• Vengono spiegate quotidianamente le attività da svolgere a la tecnologia da applicare.

• C’è una maggiore attenzione verso i lavoratori che vengono stimolati sia moralmente che materialmente in modo più sistematico.

• Si applicano con maggior rigore i preventivi di spesa relativi alle campagne, alle terre e ai varisettori, dando origine ad un’amministrazione più efficace, dal momento che la brigata è vincolata a un lotto specifico in rapporto al quale, inoltre, si costruisce la propria struttura sindacale.

• È stato rafforzato il controllo dei beni, mezzi e risorse delle UPC, si nota un maggiore controllo.

• È aumentato il senso di appartenenza.

• Si è accentuata la leadership dei capi, ma esistono modi per assicurare la partecipazione di tutti, così come è migliorata la comunicazione tra i lavoratori e gli organi tecnici e di direzione.

• La creazione dei Circoli di Qualità e dei Consigli Tecnici Consulenti ha facilitato una maggiore partecipazione dei lavoratori e dei contadini nella gestione e nel controllo della qualità e questi organi sono diventati insostituibili aiuti dell’amministrazione per l’adozione delle decisioni migliori.

• La formazione dei lavoratori è stata continua.

I risultati ottenuti ci portano a confermare che lavoratori e collettivi di lavoro sono i protagonisiti dell’intera gestione per la qualità dei compiti nelle piantagioni di canna da zucchero.

5. Risultati della messa in atto del MGC.

Come stabilito nelle Premesse, i Circoli di Qualità, le Commissioni delle Direzioni Amministrative delle UPC e in modo sistematico gli ispettori, i tecnici della Impresa e il Gruppo Imprenditoriale dello Zucchero (GEA) [i] valutano quotidianamente l’avanzamento del lavoro realizzato.

Il seguente grafico illustra i risultati raggiunti nel periodo agosto-ottobre 2003:

Risulta chiaro che l’azione dei collettivi dei lavoratori e soprattutto della BIPC, secondo il Modello di Gestione, lavorando così come descritto nel Manuale di Procedimenti e secondo il Programma di Controllo, incide sull’aumento della qualità, soddisfacendo le esigenze delle piantagioni e dei risultati produttivi, come emerge nei seguenti grafici:

Il rendimento agricolo (tn/ha) presenta una tendenza alla ripresa, nel settembre 2003, quando si è realizzata la stima definitiva, raggiunge 12,46 tn/ha in più rispetto al raccolto precedente, con una crescita 48,2%.

La produzione di canna registra una crescita del 65,7% rispetto al raccolto precedente, ovvero, si c’è un aumento did 6.129,4 tn. di canna da zucchero, che al 12,0% di rendimento industriale significano 7.323,3 tn. di zucchero addizionali derivanti dalla materia prima delle unità che hanno applicato il Modello.

Conclusioni

La costruzione, impiantazione e verifica del Modello di Gestione della Qualità nelle piantagioni di canna da zucchero della nostra provincia deve essere vista come una risposta pinareña al Decreto Economico del V Congresso del Partito Comunista di Cuba.

Nel periodo di tempo trascorso abbiamo comprovato e capito l’eccezionale dimensione umana del Modello di Gestione della Qualità. Sono i collettivi dei lavoratori, con la loro azione, ad avere dimostrato l’applicabilità del processo intrapreso.

La migliore qualità dei lavori agricoli eseguiti nelle unità in cui è stato applicato il Modello di Gestione della Qualità si è ripercosso favorevolmente sulla crescita degli indicatori in rapporto al raccolto precedente, ad esempio: il rendimento agricolo, di 12,46 tonnelate per ettaro; la produzione di canna, del 65,7%; l’entrata media per lavoratore, del 27,2%. Comincia a tornare la cultura di fare i raccolti bene e questo si riflette sui risultati produttivi, economici e sociali.

Intensificare l’uso e la verifica del Modello di Gestione della Qualità nella coltivazione della canna da zucchero, è una necessità che permetterà di ottenere, insieme all’Istituto Nazionale di Ricerche della canna da zucchero (INICA), la sua applicazione a tutto il Paese, così da continuare a intraprendere azioni che favoriscano la crescita della dimensione umana del MGC, dal momento che sono i lavoratori e i contadini i suoi protagonisti.

Un’importanza particolare ha il raggiungimento del funzionamento ottimale e sistematico dei Circoli di Qualità e dei Consigli Tecnici Consulenti, così come l’accertamento che la messa in atto del processo sia oggetto di analisi nelle Giunte Direttive, nei Consigli di Direzione e nelle Assemblee Generali dei cooperativisti, dei lavoratori, dei contadini o dei loro rappresentanti, che questo avvenga ogni mese in tutte le UPC, e che queste adottino le decisioni pertinenti e idonee per garantire il successo della ripresa della canna da zucchero.

Questa e molte altre azioni che stiamo portando avanti come “azucareros” [i] cubani devono trasformare in realtà la ripresa dell’industria agricola-zuccheriera nazionale, per dimostrare che, come ha detto Eusebio Leal: “È Cuba il Paese per eccellenza per la canna da zucchero”. [7]

“Continueremo a lavorare intensamente affinché il settore zuccheriero continui ad essere un potente mezzo di impulso dell’economia nazionale, perché la ricca e eroica storia degli “azucareros” cubani si accresca ogni giorno di più e ci sentiamo sanamente orgogliosi di essere rivoluzionari cubani in questi tempi “.

 

 

Bibliografia

Carmona González, M y Rivera Ortíz, J. “Propuesta de un Modelo de Gestión de la Calidad en las labores de atención a las plantaciones cañeras”. Revista ATAC # 2. Julio-diciembre 2002. La Habana 2002.

Castro Ruz, F. Discorso pronunciato all’inaugurazione della Imprenta Alejo Carpentier el 27-4/03. Periódico Granma 30-4/03. La Habana. 2003.

Castro Ruz, R. Presentazione VI Edizione del “Ensayo sobre el cultivo de la caña de azúcar” de Don Alvaro Reynoso Valdés. Publicaciones Azucareras. La Habana. 1998.

Colectivo de Autores. Introducción a la Gerencia de Cooperativas Cañeras. Publicaciones Azucareras. La Habana. 2002.

Comitato Centrale del PCC. Risoluzione Economica del V Congresso del PCC. Editora Política. La Habana. 1998

Leal Spengler, E. Conferencia Magistral sobre la Agroindustria Azuczaera. Filmación en Video Tape. La Habana. 2003.

Rivera Ortíz, J. Premisas para la construcción, implantación y validación del Modelo de Gestión de la Calidad en las labores de atención a las plantaciones cañeras. Material impreso por la UEAA. Pinar del Río. 2002.

Rivera Rodríguez, A y colaboradores. La Economía Social ante la Globalización Neoliberal. Editorial Gente Nueva. Primera Edición. República Dominicana. 2002.

Schein, E. La Cultura Empresarial y el Liderazgo (Edición en español). España. 1998.


[1] Resolución Económica del V Congreso del PCC. Editora Política. La Habana. 1998. Página 44

[2] Carmona González, M y Rivera Ortíz, J. “Propuesta de un Modelo de Gestión de la Calidad en las labores de atención a las plantaciones cañeras”. Revista ATAC No. 2. Julio-diciembre. La Habana. 2002. Página 46

[i] INICA, Instituto Nacional de Investigaciones de la Caña de Azúcar. (n.d. t.)

[i] MGQ, Modelo de Gestión de la Calidad. (N. d. t.).

[3] Castro Ruz, F. Discurso pronunciado en la Inauguración de la Imprenta Alejo Carpentier el 27-4/02. Periódico Gramna del 30-4/02. La Habana. Página 6.

[4] Rivera Rodríguez, A y colaboradores. La Economía Social ante la Globalización Neoliberal. Editorial Gente Nueva. República Dominicana. Primera Edición. 2002. Página 11.

[5] Colectivo de autores. Introducción a la Gerencia de Cooperativas Cañeras. Publicaciones Azucareras. La Habana. 2002. Páginas 15 y 16.

[6] Schein, E. La Cultura Empresarial y el Liderazgo. Edición en Español. España. 1998. Página 203

[i] GEA, Grupo Empresarial del Azúcar. (N. d. t.).

[i] Azucareros, lavoratori e dirigenti delle piantagioni della canna da zucchero. (N. d. t.).

[7] Leal Spengler, E. Conferencia Magistral sobre la Agroindustria Azucarera. Filmación en Video Tape. La Habana. 2003.