Breve introduzione alle schede sul movimento internazionale dei contadini.

MEMMO BUTTINELLI

L’organizzazione di classe per una nuova agricoltura sostenibile

Il movimento contadino internazionale sta crescendo, in America centrale e del Sud, in Asia, in Africa, in Europa e nel resto del mondo. La dimensione della sua grandezza è dimostrata dal dato numerico (si tratta di decine di milioni di aderenti) ma soprattutto dal dato politico: oltre alle campagne di settore (come la Sovranità Alimentare), la V Conferenza internazionale conclusasi il 22 Ottobre a Maputo, ha lanciato la campagna internazionale contro tutte le forme di violenza sulle donne e tra le risoluzioni di solidarietà ha definito l’impegno a lottare contro i muri della vergogna, che oltraggiano il diritto internazionale e dei popoli: il muro contro il popolo palestinese, il muro contro il popolo Saharawi, tra Ceuta e Melilla, il muro contro i migranti messicani alla frontiera con gli Stati Uniti. La Via Campesina (nata un anno prima dell’Organizzazione Mondiale del Commercio nel maggio 1993 dalla volontà dei 46 partecipanti alla conferenza di Mons in Belgio e che oggi coordina decine di milioni di contadini in tutto il mondo) si pone a questo punto come un movimento globale che porta avanti la solidarietà invece che competizione: dalle battaglie per i diritti di genere a quelle per il diritto internazionale, passando per il diritto dei popoli la Sovranità Alimentare, la lotta contro le politiche neoliberiste delle multinazionali, dell’OCM, della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale e ponendo come punti dirimenti la formazione, accesso al lavoro ed il diritto ad un reddito. Un reddito agricolo che provenga dal proprio lavoro e non da sussidi svincolati dalla produzione o da altri premi spesso usati per favorire l’agricoltura di esportazione piuttosto che le piccole aziende agricole. Il movimento contadino internazionale, pone allo stesso tempo il rafforzamento delle piccole aziende agricole come base per la Sovranità Alimentare, il raffreddamento climatico ed il rispetto delle risorse ambientali. In questo percorso La Via Campesina ha saputo unire la lotta con sindacati come il COAG ed il SOC in Europa per formare lo scorso 22 giugno a Madrid il Coordinamento Europeo - Via Campesina rafforzando così la propria posizione nel dialogo sulla Politica Agricola Comunitaria (PAC). Le prime vittorie derivate da questo accordo tra CPE e sindacati sono arrivati alla mobilitazione europea contadina dello scorso 22 settembre ad Annecy quando i ministri dell’agricoltura hanno accettato di mantenere la PAC dopo la scadenza del 2013 e soprattutto di iniziare le consultazioni (includendo questa volta gli attori della cosiddetta società civile tra cui movimenti contadini, sindacati ed associazioni) già a partire dal 2009. Il movimento contadino internazionale, ha saputo inoltre dialogare con il Forum Sociale Mondiale (FSM) cercando di aumentarne la focalizzazione politica: contribuire cioè a fare del FSM il luogo dove definire le lotte contro i nemici comuni in luogo della attuale piattaforma per lo scambio di idee. Vengono riportati di seguito il Manifesto di Annecy e la Dichiarazione di Maputo con cui il movimento contadino internazionale della Via Campesina rilancia il dibattito sulla Politica Agricola Comunitaria (PAC) in Europa e sulla Sovranità Alimentare a livello internazionale, ma soprattutto definisce una agenda di mobilitazione comune.

Docente Sapienza - Università di Roma

SCHEDA 1

Forum di Annecy “UN’AGRICOLTURA PER VIVERE” 19-21 settembre-2008 - Annecy - Francia

MANIFESTO DI ANNECY Per politiche agricole giuste, sostenibili e solidali

Le organizzazioni contadine, rurali, ecologiste e di solidarietà internazionale e tutti i cittadini riuniti in questo 21 settembre 2008 ad Annecy, inviano ai Ministri dell’Agricoltura dell’Unione Europea, venuti qui a dibattere sul futuro della PAC dopo il 2013, il seguente manifesto:

Mangiare ogni giorno rimane un bisogno prioritario per tutti. Ora il diritto all’alimentazione è trascurato: è inaccettabile che un miliardo di persone non abbia accesso ad un’alimentazione sufficiente, sana e adatta alla propria cultura, sia per povertà (che non risparmia neanche l’Europa), sia per difficoltà di accesso alla produzione agricola. Milioni di contadine, di contadini, di rurali sono spinti dalla miseria verso le grandi città e verso l’emigrazione. Nell’Unione Europea (UE), un’azienda agricola sparisce ogni minuto: per la maggioranza di contadini e contadine, la Politica Agricola Comune (PAC) attuale non permette di vivere dignitosamente col proprio lavoro. Mentre dobbiamo far fronte al cambiamento climatico, alla crisi energetica ed alla sparizione massiccia della biodiversità, l’agricoltura europea sviluppa ancora modelli di produzione che consumano troppa energia, troppa acqua, che aggravano il riscaldamento climatico e che sono costosi per il contribuente (salute, impiego, inquinamento, ...) Un’altra politica agricola ed alimentare europea è quindi indispensabile:

Che fare per cambiare la Politica Agricola Comune? In occasione del «bilancio di salute» della politica agricola europea, l’UE deve considerare che essa ha anzitutto il compito di assicurare l’alimentazione della propria popolazione, prima di pretendere di nutrire il mondo. Non si tratta di un atteggiamento egoistico ma, al contrario, di permettere agli altri paesi di esercitare il loro diritto di sovranità alimentare e di sviluppare dovunque, al nord come al sud, un’agricoltura contadina e durevole. Per garantire la sicurezza alimentare, preservare il pianeta, promuovere il mondo rurale, all’agricoltura deve essere riconosciuta l’utilità pubblica. I governanti devono porsi come obiettivo la conservazione di tutti i contadini in tutte le regioni europee. Bisogna produrre più vicino ai consumatori per ridurre i trasporti e migliorare la qualità dei prodotti. Ricordiamo che l’UE è il primo importatore ed il primo esportatore di derrate agricole ed alimentari: questo modello è superato. Perciò il quadro internazionale imposto ai politici agricoli dagli anni 1990 dalle regole dell’OMC deve essere rivisto.

1. I CONTADINI VOGLIONO PRODURRE E VIVERE CON IL LORO LAVOROI

Favorire l’accesso al lavoro La PAC e le politiche degli Stati membri devono favorire l’accesso alla terra, all’acqua, al credito, a sementi non monopolizzate dalle ditte, ad investimenti propri, a modi di produzione sostenibili e anche ad una formazione orientata verso modelli di agricoltura sostenibile. I diritti dei contadini devono essere rispettati.

Prezzi giusti piuttosto che premi I prezzi dei mercati agricoli devono essere stabili e sufficientemente remunerativi per la continuità ed il rinnovo delle aziende. Non si può sostenere un’attività agricola sulla vendita di prodotti a prezzi al di sotto dei costi di produzione, come avviene troppo spesso con la PAC attuale. In regioni sfavorite, con costi di produzione più elevati, sono necessari pagamenti diretti rapportati al numero di lavoratori.

Regolare e proteggere i mercati, ma abbandonando il dumping (esportazione e/o vendita sottocosto) Per mantenere questi prezzi stabili occorre evitare eccedenze o penurie, quindi avere a monte strumenti di controllo e di regolazione delle produzioni. Occorre nello stesso tempo cessare il dumping dell’UE verso i paesi terzi, cioè astenerci dall’esportare a prezzi artificialmente abbassati con sovvenzioni (di qualsiasi tipo) e proteggere il mercato europeo da importazioni a prezzi troppo bassi attraverso diritti di dogana quando è necessario. L’UE può esportare i suoi prodotti particolari senza aiuti.

2. PRESERVIAMO IL NOSTRO AMBIENTEI

  Diamo la priorità a modelli di produzione agricoli più sostenibili, più autonomi, più economi in consumi (concimi, pesticidi, ...) ed energia. È inaccettabile che la produzione animale a base di erba, favorevole alla protezione dei suoli, dell’acqua, della biodiversità e del clima, riceva meno sostegni rispetto agli allevamenti basati su mais e soia o rispetto alle colture cerealicole. I prati permanenti devono essere salvaguardati.
  Accompagnamo tutti gli agricoltori verso questa direzione con misure incentivanti e riorientiamo gli organismi di sviluppo agricolo e la ricerca in questa direzione.
  Manteniamo e sviluppiamo la biodiversità delle piante coltivate e degli animali di allevamento. Rispettiamo i diritti collettivi degli agricoltori di conservare, scambiare e vendere le loro sementi riprodotte in azienda. Proibiamo gli OGM.
  Blocchiamo l’erosione delle superfici coltivabili ad opera dell’urbanizzazione e della produzione di agro-carburanti industriali a resa energetica ed economica molto dubbia.

3. RIAVVICINIAMO PRODUTTORI E CONSUMATORII

I produttori hanno bisogno di relazioni sicure, stabili e giuste col mondo dei consumatori. Le forme realmente cooperative ed i circuiti corti produttori-consumatori devono venire favoriti. Bisogna frenare lo sviluppo di oligopoli mondiali e nazionali nell’agro-industria, nella distribuzione e nell’alimentazione. Ridurre la dominazione della grande distribuzione su trasformatori e produttori attraverso un controllo efficace sulle pratiche commerciali e i margini di guadagno. Bisogna promuovere il consumo dei prodotti locali ed una alimentazione più adatta alla salute umana.

4. SENZA SOVRANITÀ ALIMENTARE NON C’È UNA BUONA POLITICA AGRICOLAI

L’Unione Europea deve agire presso le Nazioni Unite per un riconoscimento del diritto di sovranità alimentare, che permette agli Stati o alle Unioni di Stati di definire la loro politica agricola ed alimentare senza danno verso i paesi terzi. Per rispettare questo diritto, occorre:
  Riconoscere che la vocazione primaria dell’agricoltura è rifornire i mercati domestici;
  Permettere agli Stati o ai gruppi di Stati di proteggersi dalle importazioni di prodotti agricoli ad un prezzo inferiore ai costi di produzione locali;
  Autorizzare i sostegni pubblici ad un’agricoltura durevole a condizione che essi non servano direttamente o indirettamente ad esportare a basso prezzo;
  Assicurare una stabilità dei prezzi agricoli mondiali regolando i mercati.

Curare la PAC iniziando dal «bilancio di salute» del 2008

L’Unione Europea deve riequilibrare i pagamenti diretti fra agricoltori, particolarmente fra allevatori e cerealisti, rapportandoli al numero di lavoratori ed attribuendo un premio forfettario alle aziende più piccole. Essa deve sostenere meglio i settori fragili, in particolare le produzioni a forte manodopera come frutta, ortaggi, vino, ... e l’allevamento ovino, abbandonato dalla PAC attuale. È indispensabile mantenere e migliorare il sistema delle quote latte ed altri strumenti di regolazione dei mercati. Per ritrovare l’autonomia dell’UE in proteine vegetali (noi ne importiamo il 75% di quanto ci serve) che nutrono il nostro bestiame, la PAC deve con urgenza rilanciare la coltura delle proteaginose in Europa. I programmi di sviluppo rurale devono dare la priorità all’insediamento contadino ed all’impiego rurale oltre che al commercio locale o regionale ed alla trasformazione locale.

Invitiamo i governi dell’Unione Europea a riorientare subito le politiche agricole ed i modelli di produzione per rispondere ai bisogni dei cittadini ed alle sfide mondiali di questo secolo.

NON ASPETTIAMO IL 2013!

SCHEDA 2

V CONFERENZA INTERNAZIONALE DI VIA CAMPESINA DICHIARAZIONE DI MAPUTO 23 ottobre 2008

SOVRANITÀ ALIMENTARE SUBITO! CON LA LOTTA E L’UNITÀ DEI POPOLI Siamo genti della terra, uomini e donne che producono gli alimenti per il mondo. Abbiamo il diritto di continuare ad essere contadini e contadine e la responsabilità di continuare a nutrire i nostri popoli. Ci occupiamo dei semi che sono la vita e, per noi, l’atto di produrre il cibo è un atto di amore. L’umanità ha bisogno di noi e noi ci rifiutiamo di scomparire. Noi, la Via Campesina, un movimento mondiale di organizzazioni di donne lavoratrici rurali, contadini e contadine, piccoli agricoltori, lavoratori e lavoratrici delle campagne, popoli indigeni, afrodiscendenti e gioventù rurale di Asia, Europa, America e Africa ci siamo riuniti a Maputo, in Mozambico dal 19 al 22 ottobre del 2008 nella nostra V Conferenza Internazionale. Siamo stati ricevuti in modo caloroso, fraterno e combattivo dai nostri anfitrioni, l’Unione Nazionale dei Contadini (UNAC) del Mozambico. Ci siamo riuniti per riaffermare la nostra determinazione nel difendere l’agricoltura contadina, le nostre culture e il nostro diritto di continuare ad esistere come popoli con una propria identità. Siamo più di 550 persone, tra le quali 325 delegati e delegate di 57 paesi che rappresentano centinaia di milioni di famiglie contadine. Noi donne rappresentiamo più della metà delle persone che producono alimenti nel mondo e qui abbiamo realizzato, con energia e determinazione, la nostra Terza Assemblea Mondiale delle Donne. Noi giovani abbiamo realizzato la nostra Seconda Assemblea dei Giovani della Via Campesina, poichè la partecipazione decisiva della Gioventù garantisce tanto il presente come il futuro delle campagne. In questa V Conferenza abbiamo anche riconosciuto 41 organizzazioni come nuovi membri di Via Campesina e abbiamo potuto contare sulla partecipazione di molte organizzazioni e movimenti alleati di tutto il mondo nella nostra Prima Assemblea degli Alleati di Via Campesina.

Quattro anni di lotte e vittorie. Nella V Conferenza Internazionale abbiamo riesaminato le nostre principali lotte, azioni e attività a partire dalla IV Conferenza Internazionale realizzata ad Itaici, Brasile, nel giugno del 2004. Tra le azioni svolte, particolarmente significative sono state le mobilitazioni di massa contro il WTO, contro i Trattati di Libero Commercio (TLCs) in diverse parti del mondo e contro il G8 a Rostock e Hokkaido. Nel 2005 La Via Campesina ha realizzato una presenza significativa nella giornata di lotta di fronte alla sede della Conferenza del WTO a Hong Kong, partecipando anche alla più recente delle ripetute azioni con le quali i movimenti sociali hanno bloccato i negoziati nelle conferenze del WTO a partire da Seattle nel 1999. Abbiamo avuto un ruolo centrale anche in altre mobilitazioni contro il WTO da Ginevra all’India. Nel 2007 abbiamo organizzato, con i nostri principali alleati, il Forum Internazionale sulla Sovranità Alimentare, a Nyéleni, Mali. Si è trattato di un momento cruciale nella costruzione di un grande movimento globale per la Sovranità Alimentare. Hanno partecipato circa 500 delegati e delegate dei più importanti movimenti sociali dell’intero mondo ed è stata definita un’agenda strategica e di azioni per i prossimi anni. Sia prima che dopo Nyéleni, abbiamo organizzato molte riunioni nazionali e regionali sulla Sovranità Alimentare. Negli ultimi anni abbiamo ottenuto che vari paesi e tra questi l’Equador, la Bolivia, il Nepal, il Mali, il Nicaragua e il Venezuela, introducessero il concetto di Sovranità Alimentare nelle loro Costituzioni e/o leggi nazionali. Attraverso la nostra Campagna Globale per la Riforma Agraria, espressione delle nostre lotte per la terra e in difesa del territorio, abbiamo co-organizzato il Forum Sociale Mondiale della Riforma Agraria a Valência, Spagna nel 2004, e, nel 2006, abbiamo organizzato la Riunione Internazionale dei Senza Terra a Porto Alegre, Brasile, prima della Conferenza Internazionale sulla Riforma Agraria e lo Sviluppo Rurale (CIRADR) della FAO. Abbiamo anche partecipato alle mobilitazioni per l’8 marzo delle donne del Brasile contro il deserto verde provocato dagli Eucaliptos della transnazionale Aracruz e al Forum parallelo, ottenendo importanti passi avanti nella posizione dei governi. Nel 2007 abbiamo organizzato, in Nepal, la Conferenza Internazionale sulla Sovranità Alimentare, la Riforma Agraria e i Diritti Contadini. Nel 2004 abbiamo organizzato una festa globale di scambio di semi all’interno della nostra IV Conferenza. Nel 2005 abbiamo organizzato il Seminario Internazionale sui Semi: “Liberare la Diversità”, come parte della nostra lotta globale a favore dei semi contadini e contro i transgenici e la tecnologia terminator. La Via Campesina Brasile ha organizzato importanti mobilitazioni durante la Conferenza della Convenzione della Diversità Biologica (COP-8) nel marzo del 2006 a Curitiba, Brasile. Sugli stessi temi abbiamo svolto significative attività a Mysore, Índia in quello stesso anno e, nel 2008, a Bonn, in Germania e in Francia, dove uno sciopero della fame è stato molto importante per ottenere la proibizione del mais transgenico della Monsanto. In Brasile nel 2007, Keno, un grande lottatore, è stato assassinato da un pistoleiro assoldato dalla Syngenta, ma un anno dopo abbiamo ottenuto che la Syngenta restituisse al governo la sua area illegale di sperimentazione dei transgenici. La Via Campesina insieme con altri movimenti sociali ha dato vita al “villaggio della solidarietà” parallelamente alla Conferenza sui Cambiamenti Climatici organizzata dall’ONU, a Bali, in Indonesia (2007). Qui abbiamo illustrato il concetto che l’agricoltura contadina raffredda il pianeta. Nel 2008 abbiamo oganizzato a Giacarta, in Indonesia, una conferenza internazionale centrata sulla nostra proposta di una Dichiarazione internazionale dei Diritti del Contadini e delle Contadine. Prima della conferenza internazionale è stata organizzata l’Assemblea delle Donne sui Diritti dei Contadini e delle Contadine. L’impegno solidale della Via Campesina è stato messo in evidenza, nel 2004, dal nostro sforzo globale per canalizzare aiuti alternativi alle vittime dello Tsunami; nel 2007 con tre delegazioni presenti alle riunioni con gli Zapatisti in Messico; e, tutti gli anni, con azioni importanti di solidarietà con i lottatori/lottatrici vittime della criminalizzazione delle proteste sociali in tutti i continenti. Lo spostamento dei popoli rurali come conseguenza dei modelli neoliberisti sta provocando il movimento massiccio di persone, diventando un tema critico per VC. Dal 2004 abbiamo elaborato le nostre strategie e azioni su questi argomenti nella nostra nuova Commissione di Lavoro su “Migrazione e Lavoratori e Lavoratrici Rurali”. Abbiamo realizzato diverse azioni contro il muro della vergogna che costruiscono gli USA. Di popolo in popolo, di paese in paese, abbiamo realizzato lotte di V.C. Il nostro movimento è presente in quasi tutte le parti del mondo dove il neoliberismo viene imposto ai contadini e alle contadine e ai popoli rurali. La lotta della VC ispira, stimola e genera la resistenza dei movimenti sociali contro le politiche neoliberiste. Aumenta il numero dei paesi nei quali governi progressisti assumono il potere come risultato di anni di mobilitazione. E anche un buon numero di governi locali e nazionali hanno accentuato la loro resistenza e il loro interesse per il progetto della Sovranità Alimentare come risultato della mobilitazione popolare e come risposta alla crisi globale del prezzo degli alimenti. L’offensiva del capitale nei confronti delle campagne, le molteplici crisi e l’espulsione dei popoli contadini e indigeni. Nel contesto globale attuale stiamo affrontando la convergenza tra una crisi degli alimenti, una crisi climatica, una crisi energetica e una crisi finanziaria. Queste crisi hanno origini comuni nel sistema capitalista, e più recentemente nella deregolamentazione sfrenata dei vari ambiti dell’attività economica, come parte del modello neoliberista che mette al primo posto il commercio e il profitto. Nelle zone rurali del mondo, vediamo un’offensiva feroce del capitale e delle imprese transnazionali nei confronti dell’agricoltura e dei beni naturali (acqua, foreste, miniere, biodiversità, terra, ecc.) che si traduce in una guerra di espulsione nei confronti dei popoli contadini e indigeni, usando falsi pretesti. Un esempio di ciò sono gli argomenti erronei che sostengono gli agrocombustibili come una soluzione per le crisi climatiche e energetiche quando in realtà avviene proprio il contrario. Quando i popoli esercitano i loro diritti e resistono alle espulsioni generalizzate, o quando sono obbligati a entrare nei flussi migratori, la risposta è stata più criminalizzazione, più repressione, più prigionieri politici, più omicidi, più muri della vergogna e più basi militari. Dichiarazione dei Diritti dei Contadini e delle Contadine. Vediamo la futura Dichiarazione dei Diritti dei Contadini e delle Contadine dell’ONU come uno strumento strategico nel sistema legale internazionale per rafforzare la nostra posizione e i nostri diritti come contadini e contadine, per questo stiamo lanciando anche la Campagna Mondiale per una Dichiarazione dei Diritti dei Contadini e delle Contadine. Sovranità alimentare: la soluzione delle crisi e la vita dei popoli. Intanto, la situazione attuale di crisi è anch’essa una opportunità, perché la Sovranità Alimentare fornisce l’unica alternativa reale tanto per la vita dei popoli come per contrastare le crisi. La Sovranità Alimentare risponde alla crisi degli alimenti con la produzione contadina locale; alle crisi climatica e energetica, attaccando due delle principali fonti di emissione di gas che provocano l’effetto serra, il trasporto di alimenti sulle lunghe distanze e l’agricoltura industrializzata e infine impedisce la speculazione sui prodotti alimentari riducendo la crisi finanziaria. Il modello dominante significa crisi e morte e la Sovranità Alimentare è la vita e la speranza per i popoli rurali e anche per i consumatori. La Sovranità Alimentare richiede la protezione e la ri-nazionalizzazione dei mercati nazionali di alimenti, la promozione di cicli locali di produzione e consumo, la lotta per la terra, la difesa dei territori dei popoli indigeni e la Riforma Agraria integrale. Si basa anche sul cambiamento del modello produttivo verso una produzione agroecologica e sostenibile, senza pesticidi e senza transgenici e sulle conoscenze contadine e indigene. Come principio generale la Sovranità Alimentare si costruisce basandoci sulle nostre esperienze concrete a livello locale, ossia, dal locale al nazionale. La crisi causa una sofferenza inenarrabile tra i nostri popoli e corrode la legittimità del modello neoliberista del “libero commercio”. E alcuni governi locali, statali e nazionali più progressisti hanno cominciato a cercare soluzioni alternative. Nella V.C. dobbiamo essere capaci di approfittare di queste opportunità. Dobbiamo sviluppare una metodologia di lavoro che includa il dialogo critico e costruttivo per ottenere risultati nella costruzione della Sovranità Alimentare con questi governi. Dobbiamo anche approfittare di spazi internazionali di “integrazione alternativa” come l’ALBA e Petrocaribe per andare avanti su questo terreno. Ma non possiamo soltanto puntare sui governi. Dobbiamo costruire la Sovranità Alimentare dal basso verso l’alto, nei territori e negli altri spazi controllati dai movimenti popolari, dai popoli indigeni ecc. È l’ora della Sovranità Alimentare. Dobbiamo assumere l’iniziativa per andare avanti su questo terreno in tutti i paesi. Noi, i contadini e le contadine del mondo possiamo e vogliamo alimentare il mondo, le nostre famiglie, i nostri popoli, con alimenti sani e accessibili. Le imprese multinazionali e il libero commercio. La nostra riflessione ci ha mostrato chiaramente che le imprese multinazionali e finanziarie sono uno dei nostri nemici comuni più importanti e che dobbiamo lottare sempre più direttamente contro di loro. Sono sempre loro che stanno dietro altri nemici di contadini e contadine, come la Banca Mondiale, il FMI, il WTO, i TLCs e gli EPAs, i governi neoliberisti e l’espansionismo economico agressivo, l’imperialismo e il militarismo. Questo è anche il momento per moltiplicare la nostra lotta contro i TLCs e gli EPAs e contro il WTO, ma, a questo punto, con una maggiore chiarezza rispetto al ruolo centrale delle multinazionali. Le conquiste delle donne sono conquiste di Via Campesina. Un tema ha assunto un posto molto importante nella nostra V Conferenza di V.C.: che tutte le forme di violenza con cui le donne si scontrano nelle nostre società - tra queste la violenza fisica, economica, sociale, maschilista, delle differenze di potere e culturale - sono presenti anche nelle comunità rurali e perfino nelle nostre organizzazioni. E questo, oltre ad essere un’ immensa fonte di ingiustizia, limita anche l’incisività delle nostre lotte. Riconosciamo la relazione intima tra il capitalismo, il patriarcato, il maschilismo e il neoliberismo con i suoi pregiudizi contro i contadini del mondo. Noi, tutti e tutte, donne e uomini della V.C. ci impegnamo in forma responsabile a costruire nuove e migliori relazioni umane tra di noi come elemento necessario della costruzione di quelle nuove società a cui aspiriamo. Per questo, nella V Conferenza, abbiamo preso la decisione di rompere il silenzio e di lanciare la Campagna di Via Campesina “PER LA FINE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE”. Ci impegnamo, ancora una volta e con più forza a raggiungere l’obiettivo di una complessa ma necessaria parità di genere, reale, in tutti gli spazi e istanze di partecipazione, analisi, dibattiti e decisioni in V.C. e rafforzeremo gli scambi, il coordinamento e la solidaretà tra donne delle nostre regioni. Riconosciamo il ruolo centrale della donna nell’agricoltura di autosufficienza alimentare, e la relazione speciale delle donne con la terra, con la vita e con i semi. Oltre a questo, le donne sono e sempre saranno parte determinante nella costruzione della Via Campesina, dal suo inizio. Se non sconfiggeremo la violenza contro le donne all’interno dei nostri movimenti, non avanzeremo nelle nostre lotte e se non costruiremo nuove relazioni di genere non potremo costruire una nuova società. Non siamo soli: la costruzione delle alleanze. Noi, contadini e contadine, non possiamo vincere da soli le nostre lotte per la dignità, per un sistema alimentare e agrario più giusto e quindi per un altro mondo migliore che è possibile. Dobbiamo costruire e rafforzare alleanze organiche e strategiche con i movimenti sociali e le organizzazioni che condividono la nostra visione e questo è un impegno speciale della V Conferenza. La gioventù ci dà la speranza di un mondo migliore. Il modello dominante nelle campagne non offre possibilità ai giovani e questa è una ragione molto importante per cambiarlo. I giovani e le giovani sono la nostra base sia per il presente che per il futuro, purchè noi ci impegnamo nel loro pieno inserimento e partecipazione creativa a tutti i livelli delle nostre lotte. La formazione per il rafforzamento delle nostre lotte. Per avere successo e ottenere vittorie nelle nostre lotte, dobbiamo dedicarci al rafforzamento interno dei nostri movimenti, attraverso la formazione politica, per accrescere la nostra capacità collettiva di analizzare e trasformare le nostre realtà, la formazione professionale e il miglioramento della comunicazione e organizzazione tra noi e i nostri alleati. Diversità e unità nella difesa dell’agricoltura contadina. Come movimento sociale internazionale possiamo dire che uno dei nostri maggiori punti di forza è che siamo capaci di unire diverse culture e modi di pensare in funzione di una stessa lotta. La Via Campesina rappresenta un impegno comune per resistere e lottare per la vita e per l’agricoltura contadina.

TUTTI NOI PARTECIPANTI DELLA V CONFERENZA DI VIA CAMPESINA CI IMPEGNAMO A SOSTENERE GLI ALIMENTI E L’AGRICOLTURA CONTADINA, LA SOVRANITÀ ALIMENTARE, LA DIGNITÀ E LA VITA. NOI CONTADINI E CONTADINE DEL MONDO SIAMO QUI E CI RIFIUTIAMO DI SCOMPARIRE.

GLOBALIZZIAMO LA MOBILITAZIONE! GLOBALIZZIAMO LA SPERANZA!