1. Politica del lavoro nel contesto
attuale cubano
La politica occupazionale cubana dagli anni ‘60 considera come principale obiettivo la piena occupazione con il proposito di evitare che la disoccupazione costituisca un problema sociale. Allo stato il compito di generare le fonti di lavoro necessarie.
La pianificazione svolge un ruolo fondamentale nella regolazione dell’efficienza dell’uso della forza-lavoro, si concilia la domanda e l’offerta di manodopera per attività economiche e per territorio. Si è posta una speciale attenzione sulla formazione e l’uso di personale qualificato e, mediante pianificazione, si colloca la forza qualificata in programmi di insegnamento e specializzazione secondo piani di sviluppo predisposti per definire il grado di istruzione specializzata. Al termine degli studi, si garantisce ai giovani una automatica collocazione al lavoro in sintonia con la formazione professionale acquisita.
Un altro obiettivo della politica cubana di collocamento al lavoro è offrire la sicurezza del lavoro che protegge gli operai dal licenziamento arbitrario. Inoltre sono garantiti il riposo, l’applicazione delle misure di protezione contro gli incidenti, l’igiene e le disposizioni di previdenza sociale.
In relazione agli stipendi sono stati ideati meccanismi diretti per raggiungere imparzialità, quali stipendi uguali per lo stesso lavoro aumenti a intervallo prestabilito e l’eliminazione delle discriminazioni di genere. Il sistema salariale è governato in maniera centralizzata e uniforme con scale tabellari uniche, secondo la complessità del lavoro e della qualifica richiesta per l’espletamento del lavoro e con un elenco delle mansioni specifiche e dei requisiti per svolgerlo.
Negli anni ‘80 è stato pubblicato un complesso di risoluzioni e decreti per cominciare a decentralizzare la politica occupazionale verso i territori. Gli uffici comunali di collocamento degli enti pubblici territoriali hanno assunto il controllo delle risorse di lavoro, attraverso l’assunzione diretta. Tra le altre misure è stata rivitalizzata l’attività in conto proprio (Cuenta Propia -n.d.t.).
La caduta dei sistemi socialisti dei paesi dell’est ha contribuito all’acutizzarsi della crisi economica di inizio anni ‘90, determinando la necessità di ristrutturare il collocamento al lavoro, cosa che provocò l’inevitabile perdita di posti di lavoro. La decisione fu di procedere ad aggiustamenti graduali, conservando inizialmente agli operai il posto ed il reddito nominale e, nella misura in cui l’economia andava riattivandosi, produrre un processo di ricollocamento.
Senza ombra di dubbio queste decisioni hanno prodotto sottoutilizzazione della forza-lavoro1 ed influenzato il deterioramento degli stipendi reali, ma nello stesso tempo hanno contribuito a ripartire il costo sociale dello shock esterno, hanno evitato l’aumento della disoccupazione ed hanno offerto sicurezza ai lavoratori ed alle loro famiglie.
Nel periodo di recupero economico (1995-2000), la politica dell’occupazione e dei salari cominciò ad adattarsi alle trasformazioni contenute nella riforma economica. Gli obiettivi di questa fase si concentrarono nell’eliminazione della sotto-occupazione e nell’aumentare lo stimolo al lavoro. Vennero allargati i margini per l’attività in conto proprio che fu diversificata laddove possibile, arrivando alla estensione delle licenze di autorizzazione ad esercitare questa tipologia di lavoro alle professioni di livello superiore.
Vennero create le Unidades Bàsicas de Producciòn Cooperativa (UBPC) attraverso l’attuazione del Decreto Legge n. 1422, come forma organizzativa qualitativamente superiore per perseguire l’efficienza economica del settore agricolo. Inoltre vennero concesse le terre incolte alle famiglie che ne facevano richiesta o a gruppi di lavoratori riuniti in cooperative.
Con queste misure si ampliò lo spazio per l’attività autonoma unitamente all’apertura agli investimenti stranieri. Allo stesso tempo iniziò un processo di ridimensionamento e riorganizzazione delle imprese che fece emergere una nuova categoria di lavoratori denominata disponibile3. Lavoratori che, come risultato del processo di riduzione delle piante organiche, restano senza utilizzazione e vanno a far parte di un mercato preso in carico dagli uffici di collocamento delle Direzioni Provinciali del lavoro. La differenza tra questo lavoratore ed il disoccupato sta nel fatto che l’organismo che decide la soppressione del suo contratto è tenuto ad assicurargli tre opzioni di lavoro alternative per la sua riallocazione.
Mediante la Risoluzione n. 6 del MTSS si è stabilito il trattamento lavorativo e salariale per gli operai dichiarati disponibili4, processo che si sviluppa gradualmente, senza pesanti ricadute e con al centro la protezione dell’operaio. È stato istituito il salario di garanzia in base agli anni lavorati, per un periodo fra i 6 mesi e i 3 anni. Si è lavorato per ricollocare dapprima coloro che, al momento dell’inserimento in attività socialmente utili aveva già acquisito il diritto a conservare l’80% dell’ultima retribuzione o aveva manifestato gradimento ad accettare la nuova occupazione.
Alla fine del 1996 c’erano circa 19.000 operai disponibili a causa di questo processo. Nel 2002, ne ritroviamo 12.600 di cui solo 1.600 in attesa di riallocazione, le province con il numero più alto di lavoratori in attesa di collocamento risultano Holguin e Santiago de Cuba. (Si veda l’allegato 1)
L’adeguamento delle imprese comincia nel 1998 a livello di microeconomia, trasformando essenzialmente le politiche del lavoro. Questo processo assegna un’autonomia più grande all’azienda, promuove la partecipazione decisionale dei lavoratori, crea le condizioni per migliorare la gestione delle risorse umane, in particolare per stimolare il pagamento dello stipendio in base ai risultati economici ottenuti migliorando le condizioni di lavoro. L’obiettivo è che l’azienda statale riesca ad essere più competitiva ed efficiente, che il processo contribuisca alla riduzione della sotto-occupazione ed all’aumento della produttività, così come aumentano la disciplina e le motivazioni dei lavoratori per un buon risultato finale. Questo è un processo graduale.
Fra il 1998 ed il 2002 sono stati creati 435.000 nuovi posti di lavoro (con priorità nella regione orientale dove la disoccupazione era superiore alla media nazionale), principalmente nell’agricoltura urbana e nel turismo, ma anche in relazione ai nuovi programmi sociali: insegnanti di informatica, professori in discipline emergenti e lavoratori socialmente utili. Le donne ed i giovani furono tra le categorie principalmente beneficiate. Nello stesso tempo venne favorita l’occupazione di persone con ridotte capacità.
Rispetto alla forza-lavoro qualificata si stabilirono regole supplementari in relazione alla collocazione dei laureati, in considerazione della contrazione della domanda. Gli eccedenti, ai quali non fu possibile durante quel periodo offrire una collocazione lavorativa, furono inseriti nella Riserva Qualificata per soddisfare le esigenze delle Direzioni Provinciali del Lavoro del governo locale. Accanto alla Riserva Qualificata troviamo la Riserva Scientifica, nella quale sono inseriti i giovani selezionati per il loro talento. Questa Riserva è stata realizzata nei centri di ricerca, produzione e docenza autorizzati, istituzioni con personale professionista preparato per seguire questi giovani nel loro programma di addestramento. I centri con la Riserva Scientifica autorizzata coordinano col MTSS la formazione e la successiva collocazione di questi giovani.
La categoria Riserva Lavorativa comprende quei lavoratori qualificati che hanno perso l’impiego e si sono rivolti agli uffici provinciali del lavoro alla ricerca di un’altra collocazione. In questa categoria sono inseriti anche quei laureati che formano parte della Riserva Qualificata e che hanno rifiutato i posti loro offerti. Dal momento dello spostamento perdono lo stipendio assegnato.
Una trasformazione importante è stata l’applicazione di forme speciali di pagamento e di stimolazione ai lavoratori come salario complementare del sistema salariale vigente. Questi pagamenti sono vincolati essenzialmente al compimento e superamento dei piani di produzione, la remunerazione addizionale può essere in pesos convertibili, moneta nazionale o speciale5. Nel 2002 il sistema di stimolazione in pesos convertibili ha riguardato 1,4 milioni di lavoratori, che rappresenta un 50% di incremento rispetto al 1997.
Dal 1997 sono stati previsti incrementi salariali in forma graduale per impieghi di elevata connotazione sociale, tra gli altri: lavoratori della salute, istruzione, organi di giustizia e giornalisti. Recentemente sono anche cresciuti i salari minimi e le pensioni, è in fase di studio l’incremento graduale dei salari per settori, la creazione di maggiori livelli di retribuzione e variazioni nella struttura di remunerazione per attività. Una via importante di applicazione di incrementi salariali è il processo di Perfezionamento Imprenditoriale.
A partire dal 2001 l’obiettivo della massima occupazione si situa nuovamente al centro della politica lavorativa. Così è stato messo a punto un insieme di programmi che consiste nella riqualificazione ed elevazione di scolarità della popolazione disoccupata o disponibile a seguito di ristrutturazioni aziendali. Praticamente si investe in istruzione il cui ritorno economico non sarà necessariamente a breve termine, ma creerà una connotazione sociale significativa per la sicurezza dei cittadini e lo sviluppo del capitale umano a livello locale che in futuro costituirà la risorsa più preziosa.
Si tratta del cosiddetto “lavoro di studio” mediante differenti programmi come: corsi di superamento integrale per giovani, formazione di lavoratori socialmente utili e analisi per la riconversione dell’industria zuccheriera cubana. Inoltre altri programmi sono diretti a sviluppare l’agricoltura urbana come un’opzione di impiego sostenibile e l’utilizzazione delle persone con capacità limitata.
2. Principali risultati in materia
lavorativa (1997-2002)
Nel periodo 1997-2002 i principali risultati sono stati corrispondenti con le strategie implementate e con gli obiettivi politici fissati e anche con l’influenza degli indici demografici e le tendenze degli indicatori in relazione alla sfera lavorativa (Quadro 1). Le tendenze demografiche sono state in sintonia con la stabilità della popolazione in età lavorativa. La tendenza della PEA è stata in aumento negli anni studiati e si è osservato che il tasso globale di partecipazione è cresciuto dal 68,7% nel 1997 al 71% nel 2002. Egualmente i tassi di occupazione crebbero dal 63,8% al 68% e la disoccupazione diminuì fino al 3,3% nel 2002.
La dinamica dell’occupazione durante il periodo 1997-2002 fu del 1,5% annuale. Per la struttura dell’occupazione per rami di attività si veda il quadro 2.
Si è osservato l’incremento di impieghi nel settore terziario dell’economia, il peso dei servizi comunali, sociali e personali. Ha influenza su questi risultati il numero degli occupati nei nuovi programmi sociali. Quadro 3
In termini di percentuale, gli impiegati nell’attività agricola e di pesca attualmente occupano il secondo posto, quelli delle manifatture il 12% e le attività di ristoranti, hotel e commercio raggiungono l’11%. Si osserva perdita di peso dell’industria e dell’edilizia. La riduzione del numero di occupati in questi due settori può spiegarsi in parte con le limitazioni di risorse finanziarie e la diminuzione degli investimenti in tutto il paese e per altro verso con la necessità di incrementare i livelli di lavoro effettivi.
L’occupazione femminile ha rappresentato il 44% dell’occupazione statale civile nel 2002, a dimostrazione del ruolo protagonista che la donna ha nella società cubana. Quadro 4
È importante l’analisi dell’occupazione per forme di proprietà, dati i cambiamenti strutturali che si presentano con relazione alla decade dell’80. L’occupazione statale continua ad essere predominante col 79 % del totale e 21 % non-statali nel 2002. Il settore privato in quello stesso anno rappresenta il 13 % dell’occupazione totale. Quadro 5
Il cambiamento strutturale che ha avuto l’economia cubana ha concepito i servizi e la formazione del capitale umano come le principali attività per lo sviluppo futuro di Cuba. La crescita dell’industria, l’agricoltura e l’edilizia sono finalizzati all’ottenimento di indicatori di efficienza superiori e alla generazione di fondi esportabili.
La struttura è il risultato della politica tracciata, dove le sfere sociali hanno priorità attraverso 150 programmi in esecuzione, in particolare quelli di istruzione, salute, impiego ed assistenza sociale. In più l’obiettivo di sviluppare un’agricoltura urbana sostenibile.
All’inizio del recupero economico, la produttività è cresciuta ad un ritmo medio annuale dell’1,8 % con il 55 % di crescita. Come si mostra nell’allegato 8, il settore di maggiore livello di produttività è quello dello sfruttamento di miniere e cave, dove sono stati attuati cambiamenti tecnologici ed organizzativi per ottenere maggiore efficienza, principalmente nell’estrazione di nichel.
Nell’edilizia, benché si osservi una diminuzione dell’occupazione, c’è un ritmo di incremento nella produttività del 5 % nel periodo in esame, che denota un uso più efficiente delle risorse disponibili. L’agricoltura è il settore che ha avuto maggiore contrazione: bassi rendimenti agricoli, soprattutto della canna da zucchero e del bestiame.
Conclusioni
Quando le condizioni economiche si sono fatte più difficili, a differenza di altri paesi dove i lavoratori passano ad ingrossare le fila della disoccupazione, le decisioni in materia di politica del lavoro a Cuba sono state dirette a conservare l’occupazione preservando almeno il salario nominale ai lavoratori e creando nuovi posti di lavoro socialmente utili, posticipando i cambiamenti strutturali a periodi più favorevoli.
La riqualificazione della forza-lavoro è un investimento strategico benché nel breve termine possa generare sottoccupazione della manodopera qualificata che è usata in posti di lavoro di minore qualifica, ma sono azioni che propiziano risultati sociali di impatto. Queste misure permettono di creare condizioni per acquisire capitale straniero, nuove tecnologie e incoraggiare le esportazioni.
Benché in questi momenti ci si trovi in pieno processo di ristrutturazione della politica salariale, in tutti questi anni si sono coniugati la razionalità economica ed il sociale. Per vocazione umanista è privilegiato il sociale, essendo una necessità nel contesto attuale offrire soluzioni ai problemi che colpiscono la realizzazione economica.
Il processo di Perfezionamento Imprenditoriale può essere un’alternativa importante per il proposito di ristrutturazione del sistema di remunerazione della forza-lavoro.
Bibliografia
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Note
* Economista. Preside della Facoltà di Scienze Economiche
Università di Pinar del Río, Cuba.
** Economista. Vice preside della Facoltà di Scienze Economiche
Università di Pinar del Río, Cuba.
1 La sottoutilizzazione della forza-lavoro a Cuba durante questo periodo si rese necessaria per il calo della produttività per mancanza di input e per il venir meno dello spirito di squadra.
2 Si Veda il Decreto Legge 141, 1993, Resolución Conjunta No 1 CETSS-CEF, Resoluciones Conjuntas No 3 e 4, 1995, MTSS-MFP e Resolución No 10, 1995,MTSS.
3 MTSS, 1993, Resolución No 6, Gazzetta Ufficiale della Repubblica di Cuba, L’Avana.
4 Idem.
5 La stimolazione in specie si riferisce alla consegna di vestiario e calzature, articoli di igiene e pulizia e / o prodotti personali ai lavoratori.