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Società e processi immateriali

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Filippo Viola
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Professore di Sociologia, Fac. di Sociologia, Univ. “La Sapienza”

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Per una analisi sistematica dei processi immateriali

Filippo Viola

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1. Lo stato dell’analisi dei processi immateriali

L’analisi dei processi immateriali non fa parte della tradizione culturale di ispirazione marxista. Questa sorta di latitanza dalla sfera immateriale ha il suo precedente classico non nel modello, ma nell’opera di Marx. Nel modello è ben delineata la prospettiva teorica, basata - come è noto - sulla relazione fra struttura e sovrastruttura. Ma nell’opera il fuoco dell’analisi è puntato quasi esclusivamente sulla struttura. Per capirci, manca nel settore marxiano della nostra biblioteca un testo che ci dia, per la sovrastruttura, il corrispettivo analitico di quella sorta di “anatomia” della struttura capitalistica che troviamo ne Il capitale. E, poiché la teoria si alimenta dell’analisi dei processi, oltre che della prassi, il vuoto di analisi dà luogo ad un vuoto di teoria.

Certo, nella letteratura di area marxista non manca, anche in opere di notevole rilevanza, l’approfondimento della problematica della sovrastruttura. Manca la traduzione della prospettiva teorica in analisi dei processi reali. Traduzione che, per i processi materiali, segna il passaggio dal Marx giovane al Marx maturo.

Di un tale vuoto - che costituisce un pesante handicap non solo teorico, ma anche politico - ci ha lasciato una plastica rappresentazione Althusser. “[...] bisogna pur dire - scrive il filosofo francese - che la teoria dell’efficacia specifica delle sovrastrutture e delle altre “circostanze” resta in gran parte da elaborare, e, prima della teoria della loro efficacia, [...], la teoria dell’essenza propria degli elementi specifici della sovrastruttura. Questa teoria resta, come la carta dell’Africa prima delle grandi esplorazioni, una terra conosciuta nei suoi contorni, nei grandi rilievi e corsi d’acqua, ma il più delle volte, salvo qualche regione ben disegnata, sconosciuta nei particolari” (L. Althusser, Per Marx, trad. it., Roma, Editori Riuniti, 1974, p. 94).

2. Una prospettiva di lavoro teorico ed empirico

Dal quadro tracciato emerge con evidenza la necessità di mettere mano ad una analisi sistematica dei processi immateriali , con la stessa procedura con cui Marx analizza, ne Il capitale, i processi materiali. Nessuna pretesa di “integrare” Marx e tanto meno di misurarsi con un modello irraggiungibile. L’intenzione, molto più modesta, è di mettere a frutto la lezione marxiana, per esplorare un versante di analisi poco frequentato. In tale direzione va - pure con tanti limiti - il lavoro, teorico ed empirico, che cerco di portare avanti nel mio Corso Avanzato di Sociologia all’Università di Roma “La Sapienza”. Non si tratta di abbandonare l’analisi dei processi materiali per sostituirla con l’analisi dei processi immateriali. Si tratta di cogliere i processi reali in tutta la loro complessità, che è un intreccio di materialità e immaterialità.

3. L’intreccio fra materialità e immaterialità

L’intreccio fra materialità e immaterialità è un connotato costitutivo della soggettività sociale, considerata in sé. Ma nella società sussunta al capitale c’è un uso specifico della poliedricità della soggettività collettiva. Per limitarci ad un solo aspetto, pensiamo a quel che accade quando viene prospettato un provvedimento governativo volto a colpire la condizione materiale di larghe masse popolari. Subito viene attivata una sofisticata operazione volta a interiorizzare nella coscienza collettiva - anche se, per fortuna, non sempre ci riesce - la necessità o addirittura la positività del provvedimento.

Se proviamo a trarre da questo aspetto specifico una qualche conseguenza teorica, ci troviamo di fronte ad una azione doppia e concentrica sulla condizione di classe. Da una parte si agisce sulla struttura materiale per colpire la condizione di classe, dall’altra si opera sul processo immateriale per attutire l’impatto della misura governativa sulla soggettività sociale. Sul piano generale, si può dire che quanto più distruttivo è un processo materiale, tanto più efficace ed incisivo deve essere il processo immateriale chiamato a sostenerlo. Esemplare è, a questo riguardo, il caso del previsto intervento sulle pensioni. Per rendere accettabile una misura così antipopolare, si mette in scena una fantomatica contrapposizione di interessi tra padri e figli. Per questa via, si vuole interiorizzare nella coscienza collettiva un modello ideologico che faccia da sostegno immateriale alla misura materiale. In base a tale modello, un padre e una madre devono sentirsi in colpa nei confronti dei loro figli se non accolgono con gioia un provvedimento governativo che taglia le loro misere pensioni. Per cogliere la complessità dei processi reali in corso, bisogna dunque misurarsi con questo impasto di materialità e immaterialità.

Le componenti immateriali dei processi reali hanno una evoluzione più lenta rispetto alle componenti materiali. Ma sono esposte al “rischio” di improvvise accelerazioni e possono, in certi casi (per esempio nel caso dell’esplodere di movimenti di massa), precipitare. Di conseguenza, anche in presenza di una soggettività sociale disastrata, la prospettiva di cambiamento rimane sempre aperta. Il filo del futuro rimane pur sempre nelle mani degli uomini e delle donne.