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Osservatorio sindacale internazionale

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Catherine Sauviat
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Catherine Sauviat

 

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Sindacati, fondi pensione e mercati finanziari: bilancio e limiti delle strategie nord-americane. Quale valore d’esempio per i sindacati in Europa?

Catherine Sauviat

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Conclusioni

La nuova fase di globalizzazione del capitale degli anni ‘80, segnata dal ruolo cardine della finanza, sembra aprire nuove prospettive strategiche ai sindacati, come dimostrano le iniziative nord americane in materia. Seguendo l’AFL-CIO, i sindacati in Canada e in Europa s’interrogano sui mezzi d’azione a loro disposizione per “controllare” i mercati finanziari e tentare di modificare la loro logica. Per questi si tratta di stabilire un controllo sindacale sia sulle somme accumulate nelle casse pensione, uscite dai regimi professionali complementari quando esistono, sia su quelle uscite dal risparmio salariale e concentrate in fondi gestiti da figure specializzate, come i fondi comuni di investimento. L’obiettivo perseguito è di fare in modo che questo risparmio non sia utilizzato contro i lavoratori e le loro famiglie, ma al contrario orientato verso gli obiettivi che cercano di portare avanti per difendere meglio i loro interessi.

L’analisi delle esperienze nordamericane indica in primo luogo che l’efficacia di queste pratiche e delle loro ricadute sono in parte funzione del rapporto di forza sindacale, tanto sul terreno dell’impresa nel loro faccia a faccia quotidiano con i datori di lavoro, che sul terreno politico del loro confronto con lo Stato. Negli Stati Uniti i sindacati hanno guadagnato legittimità, non presso i datori di lavoro con il braccio di ferro della negoziazione collettiva, né presso lo Stato tramite una pressione in favore delle grandi riforme sociali, ma presso gli investitori istituzionali sulla base di alleanze nell’azionariato, rivendicando il principio della massimizzazione del valore azionario. In Canada, ma soprattutto nel Quebec, un contesto politico specifico e un rapporto di forza più favorevole ai sindacati hanno permesso loro di farsi ascoltare e di promuovere il mantenimento e la creazione di posti di lavoro, oltre allo sviluppo regionale attraverso la creazione di fondi pro-sindacali. L’esperienza del Fondo di solidarietà FTQ, per quanto possa sembrare semplice, è malgrado ciò limitato dal punto di vista del montante dei capitali investiti. Inoltre ha un costo fiscale importante per la provincia e per lo Stato federale e dei costi di gestione più alti di altri fondi, approfittando in particolare dei singoli risparmiatori a reddito elevato. È inoltre destinata essenzialmente alle PMI, cioè a quelle imprese che non si distinguono necessariamente per il loro comportamento “etico”: queste ultime sono generalmente ostili allo sviluppo di un dialogo con i sindacati. In più il loro contributo alla creazione d’impiego è spesso sovrastimato e in gran parte frutto di illusione ottica: è in effetti più legato alle dinamiche e alle strategie delle grandi imprese che al loro dinamismo intrinseco (Bocarra, 1998).

Le attuali pratiche sindacali che cercano di appoggiarsi al potere azionario “lavorando” sui mercati finanziari dall’interno, ci paiono limitati nelle loro fondamenta, pericolose nel loro sviluppo e forse effimere riguardo al tempo dei cicli borsistici.

Da una parte, legittimano maggiormente il primato della finanza del mercato e la sua pretesa di delimitare (e restringere) lo spazio della democrazia economica e della posta in gioco della lotta sociale e politica. Il ritorno in auge del discorso sull’”etica” in generale e sull’”investimento etico” in particolare, è un segnale rivelatore. È fondato e si afferma sul discredito della politica e sulla perdita di legittimità dell’intervento dello Stato nella sfera economica e in quello del mercato (il mercato finanziario). Questa preponderanza dell’ “etica” non fa che tradurre il ripiegamento sulla sfera privata che caratterizza l’ideologia individualista e la logica dell’accumulo patrimoniale, il rifiuto della visione globale del cambiamento sociale e dell’azione collettiva. Nell’”investimento etico” le norme finalizzate a limitare gli eccessi del mercato debbono trovare la loro fonte e la loro legittimità nella coscienza morale degli investitori, individuali o collettivi.

Queste nuove pratiche confinano il sindacalismo alla difesa d’interessi particolari, quelli dei lavoratori delle grandi imprese, non tutelando la concezione socializzata del salariato, quella che ingloba i lavoratori ai margini delle grandi imprese (salariati delle PMI, lavoratori interinali, etc.) e quelli nettamente più precari, ai margini del mercato del lavoro (disoccupati di lunga durata, giovani con difficoltà d’inserimento, etc.). Così facendo si sostengono le disuguaglianze salariali, che di fatto sono aumentate negli ultimi due decenni, nell’America del Nord come in molti paesi europei. In più si rischia in ogni momento di far scoppiare il conflitto d’interesse, inerente il rapporto capitale-lavoro, rappresentato nelle posizioni antagoniste di azionariato e salariato e che si esplicitano nel permanente conflitto sulla ripartizione del valore aggiunto (profitti/ salari).

Ciò senza contare le contraddizioni che questi rapporti celano quando si esce dagli Stati Uniti. I sindacati in genere, e in particolar modo i sindacati nordamericani, hanno sempre ostentato una concezione strettamente “nazionalista” (anche regionalista) della difesa dei posti di lavoro e le solidarietà internazionali costruite intorno ai “soldi dei lavoratori” rischiano di andare in frantumi in poco tempo quando si metteranno in concorrenza i diversi interessi nazionali.

Inoltre la militanza dell’azionariato sindacale si appoggia a dispositivi di risparmio pensione specifici (i FP a prestazioni definite) che restano per la maggior parte volontari e che negli Stati Uniti sono rimessi in discussione dai datori di lavoro a favore di dispositivi di risparmio salariale individuale o di dispositivi “ibridi” (Roberts e Sauviat, 1999).

Ciò premesso i FP a ripartizione definita, non offrono le stesse garanzie di rappresentanza collettiva dei FP a prestazioni definite, quando sono diretti dai partecipanti e non più dai trustees. Infatti non si fa che rimandare i lavoratori ad una trattativa individuale, non con i loro datori di lavoro, ma con i gestori dei fondi in una relazione tra prestatore e cliente. Il declino tendenziale dei FP a prestazioni definite, i soli a dare un potere di rappresentanza sindacale, non rischia di tagliare le basi stesse delle strategie sindacali d’attivismo azionario? E l’arresto brutale nel 2000 del ciclo di stima continua delle azioni e del clima di euforia borsistica propria degli anni ‘90 non rischia di indebolire considerevolmente questa strategia?

La scelta della cogestione del risparmio pensione o del risparmio salariale come mezzo privilegiato per ricostruire un rapporto capitale/lavoro più favorevole ai lavoratori, per far riconquistare un potere di negoziazione, con una parte del valore aggiunto più “equo” o più “equilibrato”, altresì finalizzato a far acquisire ai medesimi un maggior potere di decisione, si pone a seconda degli ordinamenti propri di ciascun paese (i sistemi di protezione sociale) e dei rapporti di forza tra gli attori. La risposta è lontana dall’essere universale sia per la sua legittimità che per la sua efficacia. Invitare i sindacati a rivendicare, in quanto azionisti, e a convalidare tutto ciò facendo riconoscere i diritti di “proprietà” comporta il rischio di una crescente frammentazione della rappresentanza degli interessi dei lavoratori, sia sul piano nazionale che su quello internazionale. In questo senso le differenze tra paesi si sono accresciute con la globalizzazione finanziaria.

Non è certo che la figura dell’”azionista sindacale” sia la più adatta a conquistare, o meglio a riconquistare, a livello delle imprese e più largamente dello Stato, un potere di negoziazione e di decisione che la parte sindacale ha perso o non ha mai ottenuto come parte collettiva a livello nazionale, o sopranazionale. Il bilancio delle strategie nordamericane, da questo punto di vista, non è assolutamente convincente.

 

 

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