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Dichiarazione della Centrale dei Lavoratori di Cuba “Non esiste il terrorismo buono”

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Una Rivoluzione è vera soltanto se si sa difendere

La Rivoluzione cubana è stata oggetto, per più di 40 anni, di ogni tipo di aggressione da parte della maggiore potenza militare, politica ed economica della storia: gli Stati Uniti d’America.

Fin dal trionfo della Rivoluzione, i governi americani avvicendatisi hanno lanciato contro il nostro paese invasioni militari, guerre biologiche e batteriologice e attacchi terroristici, hanno pianificato attentati contro i principali dirigenti del paese e creato bande e gruppi controrivoluzionari a Cuba e all’estero, hanno effettuato migliaia di ore di programmi radiofonici e televisivi per promuovere azioni destabilizzanti e imposto il più lungo e genocida blocco economico che la storia abbia mai conosciuto. Tutto con il manifesto proposito di distruggere la Rivoluzione e di imporre nuovamente il sistema capitalista nel nostro Paese.

Il popolo cubano, primo rappresentante della Rivoluzione Cubana, ha dovuto pagare il prezzo della perdita di migliaia di vite dei suoi figli per difendere il diritto a costruire, come stabilito anche in tutti i trattati internazionali, un sistema economico, politico e sociale in rispetto alla propria indipendenza e sovranità.

Con la scomparsa dell’Unione delle Repubbliche Sovietiche Socialiste e del socialismo europeo, quando in Occidente si celebrava la caduta del Muro di Berlino e la fine della Guerra Fredda, pochi avvertivano l’enorme pericolo che tale avvenimento avrebbe significato per un mondo ormai unipolare sotto il controllo degli Stati Uniti.

Gli avvenimenti degli ultimi anni sono serviti a dimostrare, sempre di più, che l’Impero ha consolidato il suo enorme potere e che pretende che il mondo sottostia alle regole imposte da Washington.

Il dominio assoluto su tutte le istituzioni finanziarie internazionali, l’accelerazione nell’implementazione spietata della globalizzazione neoliberale, il mancato riconoscimento e la conseguente distruzione del sistema delle Nazioni Unite, l’appoggio criminale alla politica di annientamento del popolo palestinese di Israele e la guerra genocida prima contro la Yugoslavia, appoggiata anche da alcuni importanti sindacati europei, dopo contro l’Afganistan e ora contro l’Iraq, mettono a nudo la vera natura dell’Impero e di chi, sottomesso e obbediente, si è unito alle malefatte nel mondo del suo padrone.

In queste circostanze, dal momento in cui si è insediato alla Casa Bianca un gruppo di falchi disposti a portare fino alla sua più estrema conseguenza il proposito di mettere il mondo ai suoi piedi, la Rivoluzione Cubana non ha altra possibilità se non quella di difendersi.

Il popolo cubano non può dimenticare che l’attuale presidente degli Stati Uniti, Gorge W. Bush, occupa la Casa Bianca grazie alla colossale frode orchestrata in Florida, con la complicità della Mafia cubano-americana li fortemente radicata e che il signor Bush deve a questa grandi favori da ripagare nell’attuale mandato e nel preteso prossimo.

I tragici e dolorosi avvenimenti dell’11 settembre, che sono costati la vita a migliaia di persone innocenti, sono serviti, senza dubbio, in nome della lotta al terrorismo, a sottomettere altri popoli e ad applicare nuove e sofisticate politiche maccartiste contro lo stesso popolo nordamericano.

Negli ultimi anni, noi cubani abbiamo visto come sono aumentati i piani per destabilizzare la Rivoluzione: l’inasprimento del blocco genocida, la maggiore violazione collettiva dei diritti umani di tutto un popolo; il mantenimento della criminale Ley de Ajuste Cubano, con il fine di promuovere l’emigrazione illegale verso gli Stati Uniti e stimolare il furto di barche ed aerei, con i quali mettere a rischio la vita di centinaia di persone, incluso donne e bambini (gli esecutori di questi atti terroristici una volta arrivati in territorio nordamericano sono ricevuti come eroi e gli si offre la più totale impunità); l’appoggio vergognoso agli atti terroristi che da Miami si organizzano contro Cuba; il giudizio falsato e le dure condanne contro cinque giovani cubani sottoposti a castighi crudeli e brutali; la creazione, il finanziamento e l’appoggio logistico di alcune presunte organizzazioni politiche, sindacali e dei diritti umani nel nostro paese che esistono solo nell’immaginazione inferma di coloro che, sottomessi all’Impero, le vogliono vedere apparire a Cuba, insieme ai fantasmi della controrivoluzione.

I fatti recenti sono il risultato di un’intensa e aggressiva campagna del governo degli Stati Uniti, volta a minare l’appoggio del nostro popolo alla Rivoluzione e preparare le condizioni necessarie ad atti di maggiore importanza. Solo così si può spiegare la frenetica attività cospiratrice del capo dell’Oficina de Interesse de Estados Unidos a La Habana e l’enorme irresponsabilità con la quale, l’attuale amministrazione nordamericana, promuove e stimola la violazione degli accordi migratori sottoscritti da entrambe i paesi.

Coloro che hanno seguito da vicino la storia della Rivoluzione sanno che questo è l’unico paese del nostro emisfero dove, da più di quattro decenni, non c’è stata nessuna tortura, sparizione o assassinio.

La Rivoluzione Cubana è stata obbligata recentemente ad adottare metodi più duri di quanto desiderasse, però non c’è rimasta altra via che fare valere le leggi che garantiscono la nostra stessa indipendenza e sovranità e la sicurezza del nostro popolo.

In qualunque paese del mondo quelli che servono una potenza straniera, contro gli interessi del loro paese, sono considerati traditori e se questo servizio è prestato in un paese in condizione di permanente minaccia e aggressione aumenta la gravità dell’atto.

I lavoratori cubani, che hanno consacrato la loro vita alla difesa della Rivoluzione, per realizzare il sogno più prezioso della libertà e della giustizia sociale, sanno che ciò che è in gioco è la loro stessa esistenza come nazione veramente libera e indipendente e che, coloro che cospirano con quel governo che dedica tutte le sue forze per distruggere la Rivoluzione, non possono essere trattati altrimenti che come volgari mercenari al soldo dell’Impero.

La gran campagna che mezzi di comunicazione, in gran parte al servizio dei potenti, hanno scatenato intorno a questo fatto dimostra la malsana intenzione di condannare e discreditare il nostro paese. Com’è stato dimostrato nei processi giudiziari portati avanti, tutti gli accusati hanno avuto dei difensori e tutti i difensori hanno avuto l’opportunità di contattare i propri difesi, con le garanzie processuali indispensabili. Si è agito, in ogni caso, secondo le leggi vigenti nel nostro Paese; leggi molto simili o uguali a quelle che esistono in molti paesi del mondo. Non è stato castigato nessuno per il diritto al dissenso, se non per il detestabile delitto di tradimento del proprio popolo.

È assolutamente falso e detestabilmente tendenzioso, come le date della detenzione dimostrano, quanto detto sul fatto che Cuba abbia agito contro questi soggetti dopo l’inizio della guerra criminale contro l’Iraq, per evitare una risonanza e una condanna internazionali. Coloro che asseriscono ciò non sanno che il nostro Paese si assume, come ha sempre fatto, la completa responsabilità delle proprie azioni e che quando si agisce sulla base di principi si deve rispondere solo di fronte a questi. Non si deve dimenticare che questi fatti sono avvenuti mentre l’Unione Europea stava analizzando l’ingresso di Cuba nell’Acuerdo de Cotonou e mentre gli Stati Uniti montavano la loro tradizionale farsa anticubana alla Commissione dei Diritti Umani di Ginevra., che sarebbe servita soltanto al loro interesse di perpetuare il blocco criminale contro Cuba. Coloro che ci conosco ben sanno che Cuba non ha agito per opportunismo politico.

Inoltre non è vero che tra coloro che sono stati condannati ci fossero dei dirigenti sindacali. La maggior parte del mezzo milione di dirigenti sindacali cubani che, in rappresentanza di tre milioni e mezzo di lavoratori affiliati, agiscono costantemente in difesa dei propri diritti, sono oggi più che mai dal lato di coloro che - come diceva il nostro José Martí - “amano e costruiscono” e non da quello di coloro che “odiano e distruggono”. I lavoratori di tutto il mondo sanno, sebbene qualche dirigente lo possa dimenticare, che soltanto i sindacati hanno ragion d’essere al centro del lavoro, eletti dai lavoratori e con il loro appoggio e non coloro che pretendono di fondare sindacati in circoli notturni sotto la protezione di potenti proprietari e di alcuni accoliti, sempre disposti a dimostrare la loro “generosità”.

Alla stessa maniera, coloro che in qualunque paese del mondo lottano onestamente contro il terrorismo, dovrebbero sapere che non esiste terrorismo buono e terrorismo cattivo. Ogni manifestazione terroristica è incompatibile con i valori etici dell’essere umano. Coloro che hanno abbattuto le Torri Gemelle di New York sono colpevoli di terrorismo quanto coloro che agiscono da Miami per fare esplodere aerei cubani in volo, com’è accaduto con un aeroplano cubano con 76 passeggeri a bordo, sulle acque delle Barbados. Sono ugualmente terroristi coloro che organizzano attentati e mettono bombe negli hotel, nei ristoranti e sui monumenti di Cuba, o anche coloro che incoraggiati dalla complice politica degli Stati Uniti, sequestrano aerei e navi con l’intenzione, di fatto, di farli saltare, mettendo in imminente pericolo la vita di centinaia di persone innocenti.

Oggi per aver lottato contro il terrorismo si trovano nelle prigioni degli Stati Uniti, per scontare lunghe condanne, incluso l’ergastolo e lunghi periodi di isolamento, senza assistenza legale alcuna, cinque valorosi giovani cubani, infiltratisi nei gruppi terroristici che agiscono in quel paese per metter in allerta entrambe i governi delle loro azioni. Questi non hanno messo in pericolo la vita di nessun essere umano e non hanno usato la forza, nel loro eroico lavoro al servizio del proprio popolo. Sono semplicemente innocenti di tutti i capi d’accusa a loro contestati, però contro di loro è caduto tutto il peso dell’odio viscerale dei nemici della Rivoluzione.

Molte organizzazioni e persone di tutto il mondo hanno sollevato la loro voce in solidarietà con i nostri cinque compatrioti. Altre organizzazioni e persone, senza dubbio, hanno preferito tacere un simile crimine. Alcuni hanno potuto addurre la mancanza d’informazione e sono nel vero. Ai grandi mezzi di comunicazione non interessa portare alla luce una così flagrante violazione dei più elementari diritti umani. Sono tutti, senza dubbio, sottomessi al servizio dei peggiori interessi volti ad ingannare, eludere la verità, diffamare e disonorare l’opera umana dei paesi più piccoli che, nonostante la guerra criminale che dura da più di quaranta anni, restano in piedi e lottano, non solo per il diritto di poter costruire il loro proprio futuro ma anche per quello, di tutti i popoli del mondo, all’assoluto godimento di tutti i diritti umani, civili e politici. Ciò include il diritto al lavoro, all’alimentazione, alla salute e all’educazione per tutti, ed infine il diritto ad una vita decorosa e degna che milioni di esseri umani, privi di tutto, conducono attualmente, in molte parti del mondo, in condizioni disumane.