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Luciano Vasapollo
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Docente di Economia Aziendale, Fac. di Scienze Statistiche, Università’ “La Sapienza”, Roma; Direttore Responsabile Scientifico del Centro Studi Trasformazioni Economico-Sociali (CESTES) - Proteo.

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Analisi statistico-economica dei mutamenti strutturali e localizzativi dello sviluppo del sistema socio-economico italiano

Luciano Vasapollo

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La geografia dell’imprenditorialità in Italia

I coefficienti di localizzazione imprenditoriale a carattere generale

Come già evidenziato in precedenza, se per ogni mercato locale del lavoro, o bacino occupazionale, si indagano contemporaneamente l’insieme di tutte le attività economiche per cui sono disponibili le informazioni statistiche e che sono considerate in questo lavoro, si determinano i coefficienti di localizzazione imprenditoriale a carattere generale”. Si tratta cioè di indici che forniscono il livello complessivo di “dotazione” imprenditoriale generata nel singolo bacino, cioè, come già più volte osservato, si tratta di misurare l’idoneità di una località a diffondere in altre aree la funzione imprenditoriale generata sul luogo; oppure l’ “insufficienza”, il grado di dipendenza del bacino da una funzione imprenditoriale proveniente da altre località. Tali coefficienti misurano quindi la capacità di “esportazione” o di “importazione” d’imprenditorialità di una determinata località riferita al totale delle attività produttive indagate. [1]

La visualizzazione delle aree economiche definite secondo la diversa “vocazione” (capacità) generale all’esportazione o all’importazione di imprenditorialità è riportata nella Fig.16.

Si nota con immediatezza che, con riferimento al totale delle attività considerate, i bacini a dotazione imprenditoriale “più che sufficiente” rappresentano un’esigua minoranza rispetto al totale , senza mai costituire aree territoriali a carattere contiguo. Infatti i bacini in grado di diffondere in altre aree una funzione imprenditoriale originata in loco, i cosiddetti esportatori (22 in totale), presentano una maggiore concentrazione nell’Italia del Nord. Tra questi si evidenziano in particolare i bacini di Torino, Milano, Genova, Ivrea, Casale Monferrato, Trieste, Reggio Emilia. Nel Mezzogiorno si individuano soltanto 7 bacini a spiccata dotazione imprenditoriale: Napoli, Salerno, Manfredonia, Caltanisetta, Agira, Trapani e Corleone. Tra i bacini a dotazione “più che sufficiente” si individuano soltanto 5 poli imprenditoriali (Milano, Genova, Trieste, Roma e Corleone, in Sicilia) tra i quali il valore massimo assunto dal coefficiente di localizzazione imprenditoriale è a Roma con 1,43 [2]. La “mappa” della sottodotazione imprenditoriale ha carattere contiguo interessando significativamente l’intero territorio nazionale , ma la cosiddetta importazione di imprenditorialità (che interessa complessivamente 226 bacini) si accentua notevolmente nell’Italia Meridionale ed Insulare. È inoltre proprio in queste due aree del Paese che si vengono a concentrare la gran parte dei bacini a dotazione imprenditoriale cosiddetta “molto bassa” (83 bacini) interessando in particolare e in modo più accentuato la Campania, la Calabria, la Sicilia (maggiormente la parte orientale) e la Sardegna.

I coefficienti di localizzazione imprenditoriale a carattere specifico per le Attività Industriali

In precedenza si è messo in evidenza che se per i singoli bacini occupazionali si costruiscono i rapporti fra il numero dei dipendenti INPS e quello dei dipendenti rilevati dall’ISTAT, rilevazioni entrambe effettuate ad Ottobre 1991, facendo riferimento alle singole attività economiche indagate in questo lavoro, allora si ottengono dei coefficienti di localizzazione imprenditoriale a carattere “specifico”. Si tratta di coefficienti, cioè, in grado di segnalare la “dotazione” locale di imprenditorialità dei vari bacini nella specifica attività economica considerata. In altri termini, come più volte osservato, sono indici misuratori della capacità di diffondere (“esportazione”) o di ricevere (“importazione”) imprenditorialità riferita ad una determinata località e per le varie attività oggetto di indagine.

È interessante indagare la distribuzione geografica a partire dal calcolo dei coefficienti di localizzazione imprenditoriale ottenuti dalla rilevazione contemporanea dell’insieme di tutte le Attività Industriali considerate in questo studio.

La lettura della rappresentazione geografica in Fig. 17, mette in luce una distribuzione territoriale dell’imprenditorialità industriale che forma un’area abbastanza contigua di sottodotazione; tale area a partire dai bacini alpini, e in particolare dall’Italia Nord-Occidentale, percorre l’intera penisola, per poi interessare la parte orientale della Sicilia e quasi tutti i bacini della Sardegna.

Tra i 179 bacini importatori di imprenditorialità se ne individuano, poi, ben 54 a dotazione imprenditoriale “molto bassa” , che se al Nord sono presenti in soli 9 casi e in maniera molto isolata (Pinerolo, Cuneo, Albenga, Chiavari, Crema, Suzzara,Feltre, Spilimbergo, Gorizia), al Centro-Sud e nelle due grandi isole, formano varie zone a più o meno forte densità (in particolare fra l’Umbria, l’Abruzzo e il Lazio, fra la Puglia e la Campania, in Calabria, in Sardegna e nell’area sud-orientale della Sicilia).

I bacini a dotazione imprenditoriale locale definita “più che sufficiente” formano aree più o meno contigue soltanto nell’ Italia Nord-Orientale, fino a raggiungere l’Emilia Romagna, e in buona parte della Sicilia (esclusa quella orientale); nel resto del Paese la distribuzione dei bacini a forte imprenditorialità è a “ chiazze” di piccola estensione. Tra i 53 bacini esportatori si individuano 16 poli imprenditoriali che interessano i grandi centri industriali del Nord (Torino, Milano, Genova, Trieste), alcune particolari realtà (come: Ivrea, Casale Monferrato, Fabriano), alcuni importanti centri urbani dell’Italia Centro-Meridionale (Roma, Napoli, Salerno e Cosenza) ed, infine, un’area abbastanza omogenea della Sicilia occidentale con ben 5 poli (Trapani, Marsala, Corleone, Agrigento, Caltanisetta).

La distribuzione territoriale dell’imprenditorialità per il Settore del Commercio

Il settore del Commercio presenta una fortissima diffusione della sottodotazione imprenditoriale su tutto il territorio nazionale. A fronte di soli 18 bacini esportatori si hanno nel complesso ben 248 bacini a sottodotazione imprenditoriale. Tra questi ultimi si rilevano 101 bacini a dotazione imprenditoriale “molto bassa” che si situano (si veda la Fig. 18) per lo più nelle regioni dell’Italia Meridionale e Insulare, con forte concentrazione in particolare in Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna.

I bacini in grado di diffondere in altre località una funzione imprenditoriale originata in loco sono tutti situati nell’Italia del Nord (eccetto Piombino, Ascoli Piceno e Bussi sul Tirino) ma in forma sparsa e isolata senza mai costituire aree omogenee. Tra questi emergono 6 bacini- polo (Milano, Venezia, Camposanpiero, Reggio Emilia, Piombino e Ascoli Piceno) sempre inseriti in partizioni territoriali a sottodotazione imprenditoriale.

La distribuzione territoriale dell’imprenditorialità per il Settore degli Alberghi e Ristoranti

Dalla visualizzazione geografica della Fig. 19 risulta evidente che i bacini a dotazione imprenditoriale locale definita “più che sufficiente” (in tutto 66) si concentrano maggiormente in alcune aree ad alta attrazione turistica, con una scarsa presenza nel Mezzogiorno. Tra tali bacini esportatori, i 23 cosiddetti poli costituiscono una vera e propria area (formata da 7 bacini) nelle zone alpine del Trentino Alto Adige, ed un’altra area, anche se a carattere non propriamente contiguo, tra Bologna e Rimini; il resto dei bacini-polo sono abbastanza sparsi e isolati (ad es. : Aosta, Imperia, Portoferraio, Vieste, Catanzaro, Alghero).

Nelle altre zone del Paese in un contesto significativamente caratterizzato da una sottodotazione imprenditoriale (i bacini importatori sono in totale 188) si segnalano ben 88 bacini con coefficiente di localizzazione imprenditoriale non superiore a 0,75. Tali bacini a dotazione imprenditoriale “molto bassa” si addensano in vere e proprie aree non soltanto al Sud (Sicilia, Sardegna, e un’area che dal basso Lazio attraverso la Campania si estende poi per gran parte della Calabria) ma anche in zone abbastanza estese sottostanti l’arco alpino, arrivando ad interessare aree della bassa padana.

La distribuzione territoriale dell’imprenditorialità per il Settore degli Altri Servizi

Nei cosiddetti Altri Servizi risulta una diffusione pressoché totale e particolarmente intensa di sottodotazione imprenditoriale. La lettura dei dati evidenzia la presenza di soli 15 bacini esportatori di imprenditorialità contro i ben 266 bacini importatori.

La Fig. 20 mostra che nel Nord del Paese non si vengono a costituire poli imprenditoriali ed i 7 bacini ad imprenditorialità “alta” formano una piccola area solo intorno a Milano (Milano, Novara, Bergamo), rimanendo isolati gli altri bacini (Trieste, Padova, Modena e Ravenna). Al Centro sono presenti i due importanti poli imprenditoriali di Roma e Siena e il bacino ad imprenditorialità “alta” di Teramo. Nell’Italia Meridionale e Insulare si individuano 5 isolati bacini esportatori, di cui 3 poli (Manfredonia e Trani in Puglia, e Agira in Sicilia) e i 2 bacini a dotazione imprenditoriale “alta” di Putignano e Sassari.

Tra i 266 bacini a dotazione imprenditoriale “insufficiente” ben 200 presentano una imprenditorialità definita “molto bassa”, distribuiti in tutte le regioni del Paese ma che formano una estesissima area a carattere continuo e a forte intensità a partire dai bacini della zona della bassa Toscana ed alto Lazio, interessando la quasi totalità del Mezzogiorno.

La distribuzione territoriale dell’imprenditorialità per il totale delle Attività dei Servizi

Dopo aver indagato singolarmente i settori del Commercio, degli Alberghi e Ristoranti e le attività riconducibili agli Altri Servizi, è interessante analizzare la distribuzione geografica dell’imprenditorialità a partire dal calcolo dei coefficienti ottenuti dalla rilevazione contemporanea dell’insieme di tutte le Attività dei Servizi considerate in questo lavoro.

Va immediatamente messa in risalto la generale e intensa situazione di sottodotazione imprenditoriale derivante dal fatto che a fronte di ben 257 bacini a dotazione imprenditoriale locale “insufficiente” ne risultano solo 14 in grado di diffondere in altre aree territoriali la funzione imprenditoriale generata in loco. Questi ultimi, come si può osservare dalla Fig. 21 sono fra loro distanti (tranne i 3 bacini di Milano, Bergamo e Como) senza formare aree territoriali a spiccata imprenditorialità per il totale delle Attività dei Servizi, e situati quasi tutti (fanno eccezione Manfredonia, in Puglia, e Agira in Sicilia) nell’Italia Centro-Settentrionale. I bacini a dotazione imprenditoriale “molto alta”, i cosiddetti poli, sono soltanto 3 e precisamente Valdagno e Siena, al Centro-Nord ,e Manfredonia al Sud.

Tra i 257 bacini importatori se ne contano 153 a dotazione imprenditoriale “molto bassa” che a partire dal Lazio formano un’area contigua ad altissima concentrazione che interessa l’Italia Meridionale ed Insulare.


[1] Si impone a questo punto una precisazione. L’indice o coefficiente di localizzazione imprenditoriale è calcolato mettendo a confronto il numero dei lavoratori dipendenti fornito dall’INPS e quello fornito dall’ISTAT. Quindi essendo costituito da un rapporto fra due grandezze permette di misurare l’intensità che il fenomeno oggetto di analisi presenta per ogni unità della grandezza che appare al denominatore. Il risultato ottenuto pertanto, è indipendente dal livello, meglio dal numero assoluto che il fenomeno registra nell’unità territoriale di riferimento. Sicché, quando l’analisi è molto disaggregata territorialmente, come può essere quella effettuata per Comune, e/o per bacino, si ottengono risultati che possono condurre al raggruppamento di bacini aventi diversa importanza demografica. Può capitare cioè di trovare raggruppamenti in cui si registra la presenza di Comuni di rilevante dimensione demografica e di Comuni di modeste dimensioni.

[2] Si ricorda che il confronto tra bacini di grosse dimensioni demografiche con bacini di piccole dimensioni effettuato sulla base del valore dell’indice risulta giustificato dal fatto che, come già messo in evidenza, l’indice, in quanto rapporto fra due grandezze, prescinde dal livello assoluto con cui il fenomeno si presenta nelle singole unità territoriali. Infatti, il valore assunto dal coefficiente di localizzazione imprenditoriale, per esempio riferito al bacino di Roma, pari a 1,43, è ottenuto dal rapporto NLD INPS/ NLD ISTAT = 841.139 /589.295 = 1,43; ad Alghero, invece, il valore dell’indice, pari a 0,80, è ottenuto dal rapporto 4.076/5.072. Tenendo presenti gli aspetti connessi con il procedimento di calcolo dell’indice, i risultati hanno bisogno di ulteriori approfondimenti. In questa prospettiva, onde evitare frettolose e semplicistiche conclusioni, gli alti valori assunti dal coefficiente per alcuni bacini meridionali, in particolare siciliani, richiedono ulteriori conoscenze ed analisi da basare sulla particolarità degli aspetti socio-territoriali e sui correlati riscontri scientificamente validi.