L’Oficina Nacional de Estadísticas
(ONE) ha pubblicato l’Anuario Estadístico de Cuba con i dati per l’anno
2001. Tra le novità di questa pubblicazione va evidenziato che, per la prima
volta, vengono diffusi i dati del Prodotto Interno Lordo (PIL) annuale per il
periodo 1996-2001, sulla base dei prezzi costanti del 1997. Gli unici dati
anteriori utilizzabili come termine di paragone si riferiscono ai prezzi del
1981, ma costituiscono un riferimento troppo lontano.
Con la diffusione della nuova serie di dati, Cuba rende più
attuali ed esaurienti le sue statistiche, seguendo la metodologia della Cuarta
Revisión del Sistema de Cuentas Nacionales de las Naciones Unidas, che permette
un miglior paragone con il resto dei paesi dell’America Latina e una maggiore
quantità d’informazioni.
Le cifre pubblicate dall’ONE confermano la tendenza alla
crescita dell’economia cubana iniziata a cominciare dal 1994, anno in cui il
PIL, dopo aver toccato il suo minimo, cominciò una risalita che continua ancora
oggi.
Il tasso medio di crescita annuale del PIL durante il periodo
1997-2001, sulla base dei prezzi del 1997, è del 3,6%. Non si è avuto un calo
in nessuno di questi anni e addirittura negli anni 1999 e 2000 il ritmo di
crescita è stato ogni anno superiore al 6% rispetto al precedente. Nel 2001 l’aumento
rispetto all’anno precedente è stato del 3%. Si stima che nel 2002 la
crescita sarà del 1,1%.
Altra novità dell’Annuario è l’inclusione di
statistiche sull’ambiente e sulla sua tutela. Le spese per gli investimenti
nella tutela dell’ambiente, registrate nel 2001, superano i $ 208 milioni.
Per quanto riguarda le relazioni economiche con l’estero,
la bilancia dei pagamenti continua a registrare un attivo nel settore dei
servizi di oltre 2.200 milioni di pesos, caratterizzato dall’elevato livello d’entrate
nelle attività turistiche. Il saldo dei trasferimenti di denaro, che include l’invio
di denaro da parte dei cubani residenti all’estero, mostra un attivo superiore
a 810 milioni di pesos. Nonostante ciò non si arriva a compensare il deficit
commerciale di oltre 3.000 milioni di pesos, al quale vanno sommati più di 500
milioni di pesos a detrazione della voce “ricavi”, dove sono inclusi i
pagamenti per gli interessi sui prestiti ricevuti e l’invio all’estero dei
profitti delle imprese straniere.
Tutto ciò comporta un saldo deficitario, nel calcolo della
bilancia corrente dei pagamenti, di 553 milioni di pesos, inferiore di 223
milioni di pesos rispetto all’anno precedente. Alla fine del 2001, il debito
estero totale di Cuba in moneta corrente convertibile è di 10.893 milioni di
pesos.
Nelle esportazione di beni, i prodotti dell’industria dello
zucchero hanno occupato nel 2001 il primo posto con 545 milioni di pesos, al
secondo con 465 milioni di pesos c’era la produzione di nichel e al terzo con
263 milioni di pesos i prodotti derivati dal tabacco. La somma totale dei beni
esportati è stata di 660 milioni di pesos, molto distante dai 4.788 milioni di
pesos delle importazioni di quest’anno.
L’economia del paese ha sofferto di uno brusco calo a
partire dal 1990 fino a quando, nel 1994, si interruppe per iniziare un lento ma
sistematico recupero, che dura tuttora. Questa contrazione dell’economia ha
avuto la sua principale causa nella disintegrazione dell’URSS, nella scomparsa
del socialismo in Europa dell’est e nell’inasprimento del blocco
nordamericano contro l’isola, che dura ormai da più di 40 anni e i cui
effetti negativi sull’economia nazionale sono stimati a circa 70 milioni di
dollari statunitensi.
Nonostante questi forti danni all’economia del paese, il
governo cubano è riuscito ad organizzare un servizio pubblico rivolto alla
sanità, all’educazione e alla protezione sociale. Nel 2001 si contava l’esistenza
di 67.128 medici con un rapporto di un medico ogni 167 abitanti, il più alto
del mondo. Inoltre il tasso di mortalità infantile dello stesso anno è stato
di 6,2 casi su mille nascite, il più basso nella storia del paese e il terzo a
livello mondiale. L’aspettativa di vita dopo la nascita supera i 76 anni. Il
tasso di mortalità materna si è ridotto a 33,9 casi ogni 100 mila nascite. Le
spese destinate alla sanità nel Bilancio statale sono state aumentate
sistematicamente fino a raggiungere circa 800 milioni di pesos nel 2001.
Nel 2001 il numero d’iscritti a tutti i livelli dell’educazione
scolastica ha raggiunto i 2,3 milioni, mentre quello dei laureati nello stesso
anno è stato di più di 470 mila. Il tasso di scolarizzazione dei bambini in
età tra i 6 e gli 11 anni è di più del 99%, il che significa che a Cuba tutti
i bambini vanno a scuola. La spesa per l’educazione nel Bilancio statale del
2001 è stata di circa 2,4 milioni di pesos, il cui ammontare è superiore agli
anni precedenti.
In accordo con l’Annuario, il numero di titoli di libri
pubblicati ha avuto un forte calo agli inizi degli anni ’90. Negli ultimi
quattro anni si è avuto un forte recupero con 1.560 titoli nel 2001 e un numero
di esemplari di libri ed opuscoli pari a quasi 15 milioni, mentre nel 1993 ne
sono stati stampati solo 2 milioni.
Nel 2001 l’industria cinematografica ha prodotto 8
lungometraggi, 18 cortometraggi e 13 cartoni animati; la produzione annuale
maggiore dal 1990. Il totale delle ore di trasmissioni televisive ha avuto un
forte recupero nel 2001 registrando fino a 12.661 ore di programmazione. Una
novità del 2001 viene indicata nell’esistenza di 3 Palacios de Computación e
300 Club de Computación con più di 96 mila iscritti ai corsi regolari.
Lo Stato inoltre garantisce la sicurezza sociale dei
lavoratori, il cui numero registra una crescita sistematica. Nel 2001 le spese
per questa voce ammontavano a quasi 1.900 milioni di pesos.
Nonostante questa crescita nelle spese di bilancio destinate
ai servizi pubblici e assicurate dallo Stato, il deficit del Bilancio in
rapporto al PIL, che nel 1993 era di 33,5%, è arrivato nel 2001 a 2,5%,
mantenendosi entro i limiti programmati.
Alla fine del 2001 i lavoratori occupati nei vari rami dell’economia
sono saliti a quasi 4 milioni, ossia, secondo il Censo de Población di quell’anno,
1,1 milioni in più rispetto a quelli del 1981. Nel 2001 gli occupati nel
settore pubblico erano il 77%, mentre nel 1981 il 92%. Questa riduzione è il
riflesso del cambiamento introdotto negli anni ’90 a favore di forme di
proprietà non statale nell’economia. Se nel 1981 le cooperative e i
lavoratori privati erano 205 mila, nel 2001 hanno raggiunto le 900 mila unità.
D’altra parte nel 2001, i lavoratori delle imprese miste, settore inesistente
nell’anno del suddetto Censo, erano circa 27 mila unità.
Lo sforzo del governo per garantire a tutti i cubani il
diritto al lavoro si manifesta in un tasso di disoccupazione molto basso, che si
colloca al di sotto del 4% nell’anno corrente. Altra impressionante cifra nel
settore del lavoro sta nel fatto che l’85% dei lavoratori del paese ha un
livello di educazione medio, medio superiore o universitario. Questi ultimi
ammontano a più di 555 mila.
Le donne rappresentano il 37% di tutta la massa lavoro.
Questa partecipazione si eleva al 68% dei tecnici costituendo un successo nella
struttura del genere. Per quanto riguarda la categoria dei dirigenti, le donne,
con un 31%, sono meno rappresentate.
In materia di produzione industriale, uno dei migliori
progressi si registra nell’estrazione di più di 3,3 milioni di tonnellate
metriche (TM) di petrolio e gas cubano. Nel 1995 l’estrazione raggiungeva
appena 1,5 milioni di TM. L’incremento nell’offerta di energia primaria
nazionale ha garantito un sostenuto aumento nella produzione di elettricità,
che nel 2001 raggiunse i 15.300 GWh, il livello più alto nella storia del
paese. Questo, insieme ad un efficace programma di risparmio energetico, ha
contribuito a far sparire quasi del tutto gli irritanti “blackout”, ancora
molto frequenti agli inizi degli anni ’90.
L’industria dello zucchero è stata quella più colpita. La
produzione maggiore del quinquennio si è avuta nel 1996 con 4,5 milioni di TM,
dopo di che si è andata registrando una tendenza al ribasso. Nell’anno 2001
sono stati prodotti 3,7 milioni di TM. I prezzi bassi dello zucchero sul mercato
mondiale, l’unico nel quale Cuba, a causa del blocco nordamericano e della
mancanza di accordi favorevoli con altri paesi, può vendere la propria
produzione, insieme all’inefficienza del settore, hanno determinato la
chiusura definitiva della metà degli impianti industriali dolciari e la
conseguente riduzione della superficie utilizzata per le piantagioni di canna da
zucchero.
Questa drastica decisione chiude un capitolo di più di 300
anni di storia economica cubana, in cui lo zucchero ha costituito il principale
prodotto del paese. I 100 mila lavoratori in esubero risultanti da questo
drastico cambiamento nell’industria dello zucchero non saranno abbandonati,
poiché lo Stato gli garantirà i mezzi finanziari per il sostentamento e li
ricollocherà in lavori utili o gli offrirà corsi di formazione appositamente
studiati per loro.
Da parte sua, la produzione di nichel ha recuperato
pienamente, raggiungendo nel 2001 le 76.500 TM, un vero record storico.
Il famoso tabacco “torcido” cubano ha sperimentato
una crescita sistematica in questo periodo, raggiungendo 340 milioni di unità
nel 2001, di cui 200 milioni per l’esportazioni.
Un’altro dei più importanti cambiamenti introdotti negli
anni ’90 si riferisce alla distribuzione della superficie agricola per il suo
sfruttamento. Alla fine del 1999 il settore pubblico amministrava il 34% di
questa superficie, mentre dieci anni addietro il 74%. Le cooperative sono state
le più beneficiate da questa distribuzione. Mentre nel 1989 queste lavoravano
il 12% della superficie agricola, nel 2001 si è arrivati al 49% del totale
della terra agricola del paese.
In generale, le produzioni agricole hanno registrato una
crescita continua durante il quinquennio e la maggior parte ha superato i
livelli raggiunti nel 1989, anno d’inizio del calo economico del paese
misurato dagli indicatori statistici mondiali. Nel 2001 si raggiungono livelli
storici nella produzione di tuberi e di radici con più di un milione di TM, di
banane con quasi 680 mila TM, di ortaggi con circa 530 mila TM e di mais con
più di 325 TM.
Ciò non è avvenuto per il riso la cui quantità prodotta,
sebbene aumentata durante il quinquennio fino a raggiungere 325 mila TM nel
2001, non ha tuttavia superato la produzione registrata nel 1989, che fu di 536
mila TM e 825 mila TM. La maggior produzione di acido citrico si è ottenuta nel
1990 con più di 1 milione di TM, mentre nel 2001 si è arrivati a 873 mila TM.
Inoltre la condizione dell’allevamento di bovini non è
delle migliori. L’allevamento di bovini si va riducendo da anni, considerando
che, sebbene nel 2001 consisteva di 4 milioni di capi, nel 1995 superava i 4,6
milioni. La produzione di latte di mucca è stato di 621 TM nel 2001 mentre nel
1990 aveva superato il milione di tonnellate. La macellazione è aumentata
durante il quinquennio, raggiungendo le 142 mila TM nell’anno 2001, ma molto
al di sotto delle 289 mila registrate nel 1989. Anche la riduzione del bestiame
equino (cavalli, asini e muli) occorre da molto tempo. Nel 2001 si registravano
431 mila animali, mentre nel 1989 erano 629 mila.
Il bestiame suino mostra un incremento durante il periodo,
sia come numero di capi sia come prodotti derivati. Nel 2001 si contavano 1,3
milioni di capi e se ne sono macellati 115 mila TM.
Anche l’allevamento totale di ovini è aumentato,
registrando più di 500 milioni di unità nel 2001, sebbene al di sotto del
1989, quando se ne produssero più di 2.500 milioni.
Per quanto riguarda il turismo, l’arrivo di turisti
internazionali è stato influenzato dagli atti terroristici dell’11 settembre
2001 a New York e Washington. Quest’anno si sono registrati circa 1.774.541
turisti, soltanto 555 in più dell’anno precedente. L’ingresso di divise
estere associate al turismo ha mantenuto un sistematico incremento durante il
quinquennio; ciò nonostante nel 2001 sono entrati 1.840 milioni di dollari
statunitensi, ossia $ 107 mila in meno dell’anno precedente. Nel 1995 queste
entrate erano state di $ 1.100 milioni.