Indagine statistico-aziendale sulle privatizzazioni nel modello capitalistico italiano. La via al Profit State europeo
Luciano Vasapollo
Rita Martufi
Per un’analisi storica ed un approccio critico alle scelte politico-economiche neoliberiste dei processi di privatizzazione
(SECONDA PARTE). |
Stampa |
Il 22 Ottobre 1996 la giunta ha autorizzato la messa in liquidazione
dell’ACEA determinando una forte contrasto politico e sociale da parte delle
opposizioni; nonostante la delibera il comitato promotore [1] del Referendum
ha continuato la raccolta di firme e a Novembre 1996 erano state raccolte 70.000
firme.
Il 15 Giugno 1997 è stato confermato grazie al Decreto Legge
Bassanini come data del referendum; pur essendo stato raggiunto il Quorum di
votanti necessario alla validità del Referendum i risultato sono stati sfavorevoli
ai sostenitori del NO, in quanto per la privatizzazione della Centrale del Latte
i SI sono stati il 50,60% e i NO il 49,40%, mentre per la privatizzazione dell’Acea
il SI ha ottenuto il 52,05% e il NO il 47,95%. La giunta ha proseguito con la
privatizzazione delle due aziende romane nonostante vi fosse una forte opposizione
economica e sociale alla trasformazione delle ormai Ex aziende speciali.
AZIENDA COMUNALE CENTRALE DEL LATTE
Lo stabilimento della Centrale del Latte di Roma è sorto nel
1910 con il compito di raccogliere, pastorizzare ed imbottigliare il latte.
L’azienda, dopo varie fasi di gestione, dal 1953 è stata trasformata in Azienda
Speciale (con delibera n. 1106 del 6 e 12 agosto 1953); da questa data fino
al dicembre 1992 la Centrale del Latte ha mantenuto la natura di Azienda Municipalizzata.
[2]
Con l’approvazione dello Statuto e il conseguente conferimento
di beni dal 1 Gennaio 1993 è stato disposto di iniziare delle autonome registrazioni
contabili.
Nel 1994 un Comitato di esperti, nominato dalla Giunta Comunale,
ha svolto un’indagine per valutare le problematiche connesse all’assetto delle
Aziende Speciali; secondo il parere dei componenti tale comitato la Centrale
del Latte con la sua attività di raccolta, trasformazione e commercializzazione
del latte alimentare non poteva più configurarsi come “Servizio Pubblico”.
Va sottolineato a questo punto che la Centrale del Latte di
Roma è la più grande Centrale del Latte d’Italia con un fatturato pari a circa
167 miliardi nel 1994, a circa 179 miliardi nel 1995 e circa 200 miliardi nel
1996 (cfr. Graf.5).
L’attività prevalente dell’azienda è nella produzione di latte
fresco (50% latte fresco intero,20% latte fresco intero parzialmente scremato),
e solo per il 5% di latte a lunga conservazione. Se si considera su base regionale
l’azienda ha sicuramente una posizione di leadership nel segmento del latte
fresco. Il Riquadro 3 riportato mostra quali sono i prodotti principali
della Centrale del Latte.

[1] Si ricorda che il
comitato ACEA-Centrale del Latte contro la privatizzazione era composto da :
Federazione Rappresentanze Sindacali di Base, Coordinamento Nazionale Cobas,
Snila Centrale del Latte,Confederazione Nazionale Lavoratori, Partito della
Rifondazione Comunista,(Federazione romana), Federazione di base Aree metropolitane,
Comitato dei Verdi per il Referendum, Codacons, Area Metropolitana Romana, Adusbef,
Associazione Progetto Diritti, Verdi Ambiente Sanità, Unione Popolare, Interquartiere
XIII Circoscrizione, ASIA (Associazione Inquilini Assegnatari).
[2] La delibera n.325 del dicembre 1992 ha istituito quattro aziende speciali
:ACEA, ATAC,ACCL, AMNU; in questa occasione il Comune ha approvato lo Statuto
delle Aziende ed ha concesso una maggiore autonomia finanziaria alle stesse.